"Why should architecture stand
still?". Ovvero, perché tutto nel mondo si muove seguendo
condizioni ambientali, politiche, culturali, ecologiche,
economiche, e l'architettura dovrebbe invece restare lì, ferma?
Parte da questa domanda Architettura instabile - Restless
Architecture, mostra, dal 25 ottobre fino al 3 marzo, nella
Galleria Kme del Maxxi, a cura e con l'allestimento di Diller
Scofidio + Renfro, tra gli studi di progettazione più celebri e
influenti a livello internazionale.
"Li abbiamo invitati - racconta la direttrice del Dipartimento
architettura del museo, Lorenza Baroncelli, presentando il
progetto insieme a Pippo Ciorra, Senior Curator
MaxxiArchitettura e Design contemporaneo - a fare una mostra non
su loro stessi, ma che ragionasse su come l'architettura cambia
mentre cambia mondo che stiamo vivendo". "Nel nostro lavoro il
tema è emerso molte volte - racconta il direttore dello Studio,
David Allin - Questa è stata l'occasione per guardare al nostro,
ma anche in maniera più ampia a tutta l'architettura".
Selezionati 26 progetti di Diller Scofidio + Renfro, lo sguardo
si è dunque allargato indietro, dall'800 a oggi, in quattro
sezioni: Architettura adattiva, l'Architettura sospesa,
l'Architettura mobile e l'Architettura ecodinamica.
Fino al 23 febbraio il Maxxi racconta anche La Torre Velasca dei
BBPR, con la mostra a cura del Centro Archivi Maxxi
Architettura; e fino al 2 marzo, nella Sala Gian Ferrari,
esposte anche le opere dei tre finalisti del Bulgari Prize 2024,
Riccrdo Benassi, Monia Ben Hamouda e Binta Diaw, a cura di
Giulia Ferracci.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA