Emin Haziri, non ancora trentenne,
ha trovato nella cucina la sua filosofia di vita, di riscatto e
di passione. Fuggito bambino dalla guerra in Kosovo, tra mille
difficoltà, giunge in Italia, inizia a Trieste una nuova vita e
si iscrive all'istituto alberghiero. Dopo gli studi è un
crescendo nelle cucine dei migliori da Cracco a Cannavacciuolo,
da Bartolini alle esperienze all'estero nelle migliori brigate.
Ma il suo sogno, il suo ristorante lo ha aperto da nemmeno
una settimana a Milano, si chiama Procaccini e si trova al
numero 33 dell'omonima via.
Una cucina che mette al centro la creatività e la sostanza,
la sostenibilità e il gusto. Tutte le tecniche utilizzate sono
mosse dal talento naturale di chef Haziri. Sono tre le proposte
degustazione, tre diversi menu tra cui uno vegetariano, che
raccontano i viaggi, le origini, le speranze e le certezze. Tra
i piatti da non perdere si comincia con "Sgombro, barbabietola,
sgombro e ristretto di pollo", a seguire tra i primi "Linguine
di pastificio Graziano, aragosta e salsa champagne". Come piatto
principale "Baccalà, trippa di baccalà e cipolla affumicata" e
"Maialino croccante, carota, zenzero e curcuma". Il mare e le
sue stagioni sono proposte anche con una scelta davvero vasta di
crostacei, conchiglie e pesci crudi. La "Procaccini Experience"
consiste in un plateau dove ciascun elemento è impreziosito da
un condimento dedicato. Un esempio "Capesante al naturale con
fichi e miele di castagna".
Cantina di eccellente geografia enologica sia italiana che
francese. Servizio professionale e di sorridente gentilezza tra
i tavoli ben disposti nella sala elegante e accogliente con
comodi divanetti e un bancone bar che invita sia al pre che al
post dinner.
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