I vini rosati della Doc Valtènesi
hanno superato la prova abbinamento sia con la cucina
tradizionale, come la battuta di manzo, salsa al tuorlo e
tartufo nero, che con quella etnica, come il bao al vapore con
pancia di maiale e broccoletto, in occasione di una masterclass
a Roma, presso la sede del Gambero Rosso, che ha portato alla
scoperta di questa piccola realtà lombarda un nutrito gruppo di
enoappassionati romani. Si tratta di una denominazione di orgine
controllatata nata nel 1970, ha precisato il giovane presidente
del Consorzio Doc Valtènesi Juri Pagani, che annovera 102 soci e
ha il 97% della rappresentatività nella riviera del Garda
Classico, i territori lacustri narrati da Catullo a D'Annunzio e
storicamente vocati all'enoturismo. La produzione annua totale
raggiunge i 3 milioni di bottiglie, di cui 2,2 milioni sono
rosati. A caratterrizzare questa produzione enologica sono le
le uve autoctone Groppello, un microclima mediterraneo tra le
Alpi, e un metodo produttivo messo a punto a fine Ottocento da
Pompeo Molmenti che ne ha accentuato la vocazione rosa.
"La cifra stilistica dei vini della Doc- ha precisato Pagani - è
la leggerezza e questo ci rende moderni pur lavorando con un
metodo dello scorso secolo. I nostri produttori tolgono invece
di caricare di legno e di zuccheri, e l'evoluzione è fantastica.
Stiamo testando la longevità dei nostri rosati". Per l'esperto
di vini del Gambero Rosso Lorenzo Ruggeri "sorprende la
vocazione di
un territorio che è il Mediterraneo incorniciato dalle Alpi. La
Valtènesi è un Sud nel Nord con una ottimale esposizione. Le
vigne prendono la luce nelle prime ore del mattino e sono
riparate nelle ore più calde, e questo fa la differenza, insieme
alla presenza del lago, lungo le sponde bresciane. Oggi si parla
tanto di leggerezza ma nella Valtènesi davvero questa parola è
intrisa di quelle che sono le caratteristiche del territorio.
L'espressione di questo vino fatto da uve a bacca nera, e con
poche ore di contatto con le bucce, è data da un acidità bella
marcata capace di evolversi in un vino con una freschezza che
richiede l'abbinamento Per chi è appassionato di tè è molto
simile a quello verde, con un tannino che ricorda leggermente
delle note erbacee. Nella degustazione alla cieca emerge una
produzione che tutti i crismi del grande vino, quindi ha
imprevedibilità, complessità e capacità di invecchiamento". E
lungo il lago di Garda ci sono tantissimi posti di ospitalità
che da sempre, e non per moda, propongono enoturismo.
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