Nell'era dello scatto digitale, delle centinaia di smartphone sempre pronti a catturare l'attimo, Fujifilm continua ad essere controcorrente. L'azienda, popolare nel panorama della fotografia, ha un vasto catalogo di modelli di fotocamere analogiche e ibride, con il filo conduttore della stampa istantanea. Come accadeva durante le gite decenni fa, con la Mini 99 non c'è possibilità di ripensamento, nessuna intelligenza artificiale che possa rimuovere elementi, aggiustare toni e colori o aggiungere effetti di profondità. Si accende il dispositivo, si punta dove meglio si crede con lo sguardo infilato dentro il mirino e quello che viene, viene. A differenza di una Instax Mini Evo, che integra sul retro un display per rivedere gli scatti, selezionare le modalità di colore e persino ricevere le immagini da smartphone così da imprimerle sulla pellicola, qui tutto è un richiamo al passato, con l'innovazione tecnologica di Fujifilm a comprimere in un oggetto piccolo, molto bello da usare e possedere, tutto il meglio della fotografia amatoriale in mobilità.
Il quadrante con effetto colore
La prima novità è il quadrante dell'effetto colore. Con una semplice rotazione, è possibile aggiungere effetti di colore alle immagini, scegliendo tra verde sbiadito, tono caldo, azzurro, magenta tenue, seppia e luce. È essenzialmente come giocare con i filtri di Instagram prima di pubblicare un post, con la funzione che aggiunge una vera atmosfera retrò alle foto. La fotocamera dispone anche di un interruttore manuale per la vignettatura, che può aggiungere una cornice ombreggiata alle immagini scattate, ma sono necessari alcuni tentativi (con molti errori) per capire come ottenere il meglio dall'effetto. C'è poi un ulteriore ghiera, del controllo della luminosità. Come sugli smartphone è possibile muovere la linea del controllo luce avanti o indietro, qui ci sono quattro livelli predefiniti, che vanno dalla poca luce alla massima. Ancora una volta, senza alcuna anteprima possibile.
Il punto forte: le lenti
Al di là delle specifiche tecniche, messa alla prova, questa Instax ha uno dei migliori obiettivi per una analogica. Aprendolo, si sceglie una delle tre "distanze" disponibili per la messa a fuoco, scritte accanto all'obiettivo. Quello che cambia è visibile nel mirino, che restituisce, seppur leggermente, quello che può essere il risultato finale e l'ampiezza di visione. Abbiamo una modalità Paesaggio (per tre metri di distanza e oltre), Standard (per 0,6-3 metri) e poi la modalità Macro, perfetta per i selfie. La Mini 99 dispone inoltre di due pulsanti di scatto: uno in alto e uno laterale, per la migliore impugnatura in fase di ritratto o paesaggio. Non manca l'autoscatto, selezionabile da un tastino al fianco del display monocromatico che fornisce le informazioni essenziali: foto rimanenti (ci torneremo dopo), batteria e presenza di flash. Quest'ultimo può essere disattivato, inserito forzatamente, in automatico o per eliminare gli occhi rossi. Al fianco del pulsante del selfie e flash c'è quello per la modalità. Sono quattro in tutto, o meglio cinque: se non si sceglie niente si imposta lo scatto in automatico. In alternativa: modalità indoor, per gli scatti al chiuso, modalità movimento per foto di eventi sportivi o di soggetti che si muovono, la modalità doppia esposizione, per imprimere due scatti sequenziali e creare effetti artistici e infine, la modalità Posa B, che mantiene l'otturatore aperto fino a 10 secondi, perfetto per le scie dei fari notturne o treni in corsa.
Le pellicole
Quelle utilizzate sono le Fujifilm Instant Color Film "Instax mini" con dimensioni da 86 mm x 54 mm e grandezza immagine di 62 mm x 46 mm. Il tempo di sviluppo della pellicola è di circa 90 secondi, che varia a seconda della temperatura ambiente, dal momento in cui viene prodotta la stampa fino alla colorazione completa. Troppo piccole? Forse si ma è questione di gusti. La plancia, accessibile con una clip a scorrimento, conserva il corpo pellicola, che si sostituisce in un attimo.
Tema batteria
Non è mai un problema ma, a differenza dei modelli ibridi, non possiamo caricarla quando è inserita nella Mini 99. Bisogna rimuovere la batteria, inserirla nel suo piccolo dock e ricaricarla via USB-C. Questo è un forte limite ma l'autonomia è davvero prolungata, di circa 100 stampe. Per la ricarica completa possono servire anche due ore. In confezione è presente anche un adattatore per un treppiede, una caratteristica insolita per la gamma Instax Mini. È posizionato per il montaggio con orientamento verticale, quindi è necessario inclinare la testa del treppiede di 90 gradi per scattare immagini orizzontali.
La compro o no?
Se non "per sempre", una Instax è una scelta che dura per molto tempo, ipoteticamente anni. Passare da un modello all'altro può avere poco senso per ciò che è il risultato finale: un'immagine che bada più a ciò che circonda una stampa analogica rispetto al mero rincorrere innovazioni di lenti e sensori, che qui sono comunque di alta qualità. L'acquisto è indicato per chiunque abbia sempre voluto acquistare una fotocamera istantanea, e non lo ha mai fatto. Il prezzo è alla portata di tutti, 199,99 euro. Quanto basta per tornare a dare alle foto il giusto peso, ricordi impressi nella memoria, e non solo una carrellata di scatti usa e getta, utili a riempire i social e poco più.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA