È il momento dell'etica, anzi, dell'algoretica, un nuovo capitolo dell'etica scritto dagli esseri umani, ma elaborato dalle macchine. A sostenerlo è padre Paolo Benanti, presidente della Commissione AI per l'Informazione, a margine della lezione alla Summer school organizzata a Pescara da Pomilio Blumm in collaborazione con l'università di Maastricht.
Il tema al centro del suo intervento è l'indagine sui problemi etici collegati all'utilizzo dell'intelligenza artificiale e, in particolare, degli strumenti che si basano sugli algoritmi.
"Quando parliamo di etica - ha spiegato padre Benanti che è anche componente dell'Advisory Body dell'IA all'Onu nonché consulente di Papa Francesco sull'IA e l'etica tecnologica - parliamo di strumenti diversi usati per descrivere cosa è giusto fare e cosa non lo è, in base ai nostri valori, quelli che siamo soliti indicare come discriminanti nel processo di azione. Ma avere un'etica basata sui valori come modello di governance per l'intelligenza artificiale non funziona perché ognuno di noi ha i suoi valori".
"Il secondo elemento - ha aggiunto - che deriva dall'etica sono le norme. Ma le norme sono strumenti usati per proteggere i valori, e se i valori variano tra le persone, anche le norme variano. Il terzo elemento sono i principi. Se ci concentriamo sui principi, possiamo trasformarli in qualcosa che le macchine possono applicare e questo richiede la scrittura di un nuovo capitolo nel libro dell'etica, un capitolo scritto dagli esseri umani ma elaborato dalle macchine. Per questo capitolo ho proposto una nuova parola, algoretica, in cui l'etica è prodotta dagli esseri umani, ma è elaborata dalla macchina attraverso un algoritmo".
"Abbiamo esplorato nella nostra Summer school un aspetto fondamentale dell'approccio alle nuove tecnologie - spiega il presidente di Pomilio Blumm, Franco Pomilio - è l'elemento indispensabile per chi si occupa del rapporto tra cittadini e istituzioni, soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo, dominato da distanziamento sociale e interazioni virtuali sempre più diffuse e necessarie".
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