L’obbligo morale, che nasce quando si comprende il ruolo degli insetti impollinatori negli ecosistemi e quando ci si sente responsabili della loro diminuzione, è ciò che accomuna le persone desiderose di proteggere api, farfalle, mosche e coleotteri. È quanto emerge dallo studio guidato dall’Università di Padova e pubblicato sulla rivista People and Nature, che ha intervistato oltre 4.500 tra italiani, olandesi e tedeschi per capire cosa spinge una persona a difendere gli impollinatori.
“Anche la convinzione che il proprio comportamento possa avere un effetto concreto sulla conservazione degli insetti impollinatori – afferma Costanza Geppert, prima autrice dello studio – e l’approvazione del proprio contesto sociale, della famiglia o dei propri contatti sui social media sono elementi che spingono il singolo a proteggere questi insetti”.
La ricerca ha fatto emergere 9 azioni che possono aiutare in modo concreto gli insetti impollinatori. Tra queste, l’acquisto di prodotti da agricoltura con un uso limitato di fitofarmaci, l’installazione in giardino o balcone dei cosiddetti ‘hotel per api selvatiche’ e la coltivazione di piante a fiore ricche di nutrimento, l’azione di conservazione più apprezzata tra gli intervistati di tutti e tre i Paesi.
Infine, lo studio ha individuato una serie di raccomandazioni che possono contribuire in modo significativo alla protezione di questi animali così importanti. “I nostri risultati indicano che coloro che partecipano frequentemente ad attività all'aperto legate alla natura, come l'escursionismo, l'osservazione della fauna selvatica o il giardinaggio, sono particolarmente inclini a offrire il proprio sostegno agli impollinatori. Questo suggerisce – concludono Geppert e Lorenzo Marini, co-autore dello studio – che incoraggiare e facilitare tali esperienze può essere un modo efficace per coinvolgere attivamente il pubblico nella conservazione degli impollinatori, soprattutto durante l’infanzia”.
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