Trasformare i modelli usati per dare la caccia al bosone di Higgs per sviluppare applicazioni del quotidiano, dalle frodi nelle polizze auto alla diagnosi precoce. E' questo uno degli obiettivi dei ricercatori che lavorano nello Spoke 2 dell'Icsc, il Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big data e Quantum Computing, una sezione dedicata a 'Ricerca fondamentale e Space economy'.
"Lavoro da tempo ad uno degli esperimenti di Lhc e attualmente mi occupo di cercare di capire come ottimizzare i tempi e le risorse computazionali richiesti da esperimenti attuali, come Atlas, e da esperimenti futuri, che si stanzieranno presso il futuro grande acceleratore circolare Fccee, la cui realizzazione è in fase di valutazione da parte del Cern", ha detto Adelina D'Onofrio, della sezione di Napoli dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Si tratta di innovative soluzioni informatiche per processare enormi moli di dati che richiedono molto tempo ed energia e per questo diventa fondamentale trovare possibili 'scorciatoie' capaci di rendere più sostenibili queste elaborazioni. "Così, soluzioni nate per il mondo della ricerca di base possono trovare applicazioni utili anche in altri campi", ha detto D'Onofrio.
Uno dei maggiori strumenti usati per ridurre i carichi nelle elaborazioni è la cosiddetta parallelizzazione, ovvero la possibilità di trovare nuove forme per dividere in blocchi le operazioni da compiere e processarle in modo parallelo così da ridurre i tempi e i consumi. Ovviamente un ruolo importante lo hanno anche gli algoritmi di machine learning, un esempio sono i metodi di 'anomaly detection' capaci di identificare in volumi enormi di dati alcune anomalie che possono essere fondamentali.
"Metodi - ha aggiunto la ricercatrice - che possono ad esempio essere usati in agricoltura, sulle immagini satellitari per riconoscere dati importanti per le singole colture oppure per analizzare le banche dati su utenti per identificare potenziali frodi sulle assicurazioni auto". Proprio questo è infatti uno degli obiettivi del centro nato grazie a 320 milioni di euro stanziati dal Pnrr per realizzare un'infrastruttura di supercalcolo distribuita disponibile sia a ricercatori che aziende.
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