"Prima di ogni altra considerazione è necessario stabilire che il nuovo "Murri", la più imponente opera pubblica mai realizzata nel territorio fermano, non può e non deve seguire la sorte toccata all'ospedale di Amandola, alla cui inaugurazione in pompa magna da parte della giunta regionale non è seguita la piena operatività.
Un'apertura a stralci sarebbe semplicemente inammissibile".
E' quanto afferma il
consigliere regionale dem, Fabrizio Cesetti in merito al
dibattito sul futuro del nuovo "Murri". Lo stesso Cesetti
decise, da presidente della Provincia di Fermo, la realizzazione
del nuovo ospedale, anche per impedire la costruzione della
centrale a biomasse nel sito dell'ex Sadam. Da assessore
regionale al Bilancio della giunta Ceriscioli, poi, stanziò
oltre 111 milioni di euro per concretizzare il progetto, come è
poi avvenuto.
Cesetti annuncia d'aver presentato un'interrogazione per
sollecitare il presidente Francesco Acquaroli "a prendere una
posizione chiara in merito a questa ipotesi, a mio avviso
assolutamente da scongiurare. L'inaugurazione di una struttura
vuota sarebbe solo una manifestazione di propaganda elettorale,
dannosa per la nostra collettività e per la credibilità stessa
del nuovo ospedale. A tal fine - sottolinea il consigliere del
PD -, sarebbe molto importante che la giunta regionale chiarisse
se sia già disponibile il personale medico, paramedico e
amministrativo necessario per il pieno avvio della struttura o,
in subordine, se siano stati banditi i concorsi per il
reclutamento del personale stesso e le gare per le risorse
strumentali".
Cesetti propone di istituire "quanto prima un'apposita
commissione istituzionale con poteri decisori che preveda la
partecipazione dei rappresentanti della Regione Marche, del
Comune di Fermo, dell'Ast di Fermo, della Conferenza dei
Sindaci, al fine di redigere una proposta organica volta a
stabilire la destinazione esclusivamente socio-sanitaria del
nuovo 'Murri' ".
"Purtroppo - spiega il consigliere del Pd - dalla bozza
dell'atto aziendale dell'Ast di Fermo non è dato rinvenire
alcunché sulle strategie e neanche sulle intenzioni rispetto
alla destinazione del Murri. Invece è ormai tempo di pianificare
e programmare, e credo che lo si debba attraverso un reale
percorso di partecipazione che veda coinvolti tutti i livelli
istituzionali. Intorno all'ospedale, infatti, può e deve nascere
una nuova visione della città di Fermo e del territorio
provinciale incentrata sulla sanità di qualità e i servizi di
eccellenza. In definitiva, penso al "Murri" come a una vera e
propria Cittadella sanitaria con il compito e la funzione di
inglobare anche uffici e servizi ora sparsi sul territorio".
Per fare solo alcuni esempi, Cesetti cita il Sert, il
Dipartimento di Salute mentale, quello sui Disturbi del
comportamento alimentare, la direzione, gli uffici
amministrativi e i laboratori di via Zeppilli, oltre che
ovviamente l'Inrca per una piena e più efficace integrazione tra
servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali.
Credo anche che nel nuovo ospedale possano e debbano essere
posizionati la Centrale operativa territoriale prevista per
Fermo e gli ambulatori per ospitare i medici di base, con
l'obiettivo di costituire quelle "Aggregazioni funzionali
territoriali" che rappresentano il futuro dell'assistenza
primaria, quanto mai necessaria in una società che cambia e
invecchia. In questa prospettiva, ritengo quindi fondamentale
individuare all'interno del nuovo "Murri" anche dei reparti per
le cure intermedie e una Residenza sanitaria assistenziale,
vista la cronica carenza di posti letto per anziani non
autosufficienti e persone affette da patologie neuro
degenerative, con l'obiettivo di ridurre il più possibile il
ricorso al privato". Il progetto "che presentammo nel 2016 -
conclude Cesetti - intendeva segnare anche l'inizio di un nuovo
percorso per ridefinire la funzione del vecchio ospedale
"Murri". E ne sono prova i continui investimenti sullo stesso
durante gli anni del governo Ceriscioli. Ora come allora,
l'obiettivo resta quello di tenere insieme tutta la rete
sanitaria cittadina per arrivare a un punto finale dove ci sia
una moderna struttura funzionale e un centro storico
rivitalizzato dalle nuove funzioni nel vecchio ospedale".
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