"Il governo pensava di uscire da
questa situazione con un esercizio muscolare, ma non sapeva di
avere i muscoli sgonfi: il decreto legge è una soluzione che non
sta in piedi". Lo afferma il giurista Michele Ainis,
intervistato dal Fatto quotidiano in merito al decreto sui Paesi
sicuri e ai pronunciamenti dei tribunali di questi giorni. "Le
leggi interne contrastanti con le regole comunitarie sono
scritte sull'acqua", sostiene Ainis.
Per il giurista "avevamo già un decreto interministeriale che
compilava un elenco di 22 paesi sicuri, quello disapplicato dal
Tribunale di Roma. La scelta di ribadirlo con un decreto legge è
bizzarra e non ha spostato di un millimetro la realtà dei fatti.
Il decreto legge e il decreto interministeriale sono due norme
interne: se in contrasto con il diritto europeo, il giudice non
può fare finta di nulla".
Secondo Ainis "La politica è diventata una forma di spettacolo:
non conta tanto l'effetto giuridico, ma l'effetto politico
sull'opinione pubblica. Prenda i decreti Sicurezza: un
campionario di nuovi reati e aumento delle pene, un'esibizione
muscolare che non risolve nulla. C'erano già 35 mila reati in
circolo? Diventeranno 35 mila e uno, con pene più gravi. Si
fanno leggi per dire 'io l'ho fatto'".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA