Il 20% degli italiani non riceve alcun invito a fare screening. E dei cittadini che vengono coinvolti, uno su 3 ha difficoltà a partecipare ai controlli e uno su 5 rinuncia a causa di orari incompatibili, liste d'attesa e difficoltà logistiche del Servizio sanitario nazionale. È quanto emerge dai dati del Barometro del Patient Engagement, la prima indagine nazionale sulla percezione del coinvolgimento degli italiani nel proprio percorso di cura, realizzata da Helaglobe e presentata alla Asl Roma 1.
I questionari sono sottoposti ad un campione di circa tremila persone in tutte le Regioni. Nella ricerca spicca l'87% dei cittadini che afferma di non essere mai stato coinvolto in indagini sulla qualità del servizio di ospedali e asl, a fronte di un 35% che ha trovato difficile prenotare esami o visite. "Le difficoltà organizzative segnalate evidenziano la necessità di rivedere i modelli di erogazione degli screening, prevedendo la possibilità di organizzare appuntamenti flessibili in luoghi prossimi al domicilio o al lavoro della popolazione target", commenta Caterina Rizzo, ordinario di Igiene all'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.
L'indagine mostra anche che il 22% dei pazienti che dichiara di non venire mai coinvolto dal medico nelle decisioni sulla propria salute e un 40% che viene coinvolto saltuariamente. Ma, spiega Matteo Scortichini, ricercatore in Valutazione Economica e Hta presso l'Università Roma Tor Vergata "quando i pazienti sono informati e coinvolti nelle decisioni terapeutiche, il tasso di adesione alle terapie e il rispetto delle prescrizioni migliorano, riducendo ricoveri e accessi al pronto soccorso".
Complessivamente, conclude Davide Cafiero, managing director di Helaglobe, "emerge una sanità che si preoccupa poco di coinvolgere i cittadini, di ascoltare le proposte di miglioramento. Prescrive visite ed esami, suggerisce screening, ma poi in molti casi abbandona il paziente a sé stesso, senza metterlo in condizione di seguire quelle indicazioni".
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