Il presupposto cardine della prevenzione e terapia della gengivite e della conseguente parodontite è strettamente legato alla rimozione il controllo del biofilm batterico orale, come confermato scoperto da studi negli anni '60-'70 e successivamente, confermato da tutti i workshop della Federazione Europea di Parodontologia tenutisi dagli anni 2000 ad oggi.
A livello mondiale, lo strumento più diffuso per la rimozione meccanica della placca batterica è lo spazzolino, generalmente utilizzato in associazione con una pasta dentifricia a base di fluoro; è curioso notare come, nonostante sia di pubblico dominio l’importanza di lavare i denti almeno due o tre volte al giorno e nonostante lo spazzolino sia efficace nel disgregare il biofilm l’efficacia del design degli spazzolini nel disgregare il biofilm, la maggior parte della popolazione mondiale non è in grado di “pulire” i denti adeguatamente.
Quindi cerchiamo di capire se la ricerca scientifica ci propone delle certezze sull’argomento per fornire indicazioni di base, così da orientare in maniera fondata le scelte di utilizzo. Ferme restando l’indiscussa efficacia e la conseguente insostituibilità dello spazzolamento dentale, nelle pratiche quotidiane di igiene orale domiciliare, gli spazzolini elettrici, almeno statisticamente, risultano essere più efficaci e performanti di quelli manuali; infatti, relativamente al quantitativo di placca batterica presente su denti e gengive, misurato dall’indice di placca, lo spazzolamento con modalità elettrica è associato ad una riduzione media del 46% di suddetto indice, contro il 42% ottenuto con il manuale. Questa superiorità è chiaramente confermata se si prende in esame non solo il controllo della placca batterica ma anche quello dell’infiammazione gengivale indotta, vale a dire la gengivite: infatti, sia a breve che a lungo termine, l’impiego dello spazzolino elettrico ne favorisce maggiormente la riduzione dell’insorgenza.
Per quanto riguarda poi l’aspetto merceologico possiamo evidenziare come la statistica testimonia che gli spazzolini ricaricabili a rete sono più performanti rispetto a quelli a batterie sostituibili tradizionali, mentre c’è una lieve evidenza in favore di quelli con movimento roto-oscillante della testina, che sembrerebbero risultare leggermente più efficaci di quelli con vibrazioni side to side.
Relativamente alla sicurezza correlata all’uso dello spazzolino dentale, la probabilità che esso produca lesioni traumatiche gengivali o addirittura gravi eventi avversi come l’ingestione, l’impatto o il trauma diretto, viene classificata come incidentale e molto rara (: è comunque opportuno ricordare di non usare lo spazzolino per indurre il vomito, nè mentre si corre o cammina); al contempo non è possibile, allo stato attuale delle conoscenze, ammettere o respingere con certezza assoluta, l’associazione tra l’insorgenza di recessioni del margine gengivale e lo spazzolamento dentale; ci sono invece prove chiare, anche se non numerose, che non ci sarebbero differenze sostanziali tra spazzolini manuali e meccanici roto-oscillanti, per quanto riguarda l’incidenza di tali recessioni gengivali.
Al contrario, una notevole quantità di dati provenienti da un numero ingente di pubblicazioni testimonia con forza la totale sicurezza degli spazzolini elettrici, come quelli manuali, dimostrando l’assenza di un rischio clinico rilevante per denti e gengive, connesso al loro impiego. Va in ultimo considerato un ulteriore valore aggiunto degli spazzolini meccanici cioè il vantaggio di accrescere la motivazione del paziente nell’aderire alle istruzioni di igiene orale: questa maggiore dedizione sembrerebbe influenzare positivamente la performance del singolo episodio di spazzolamento, al pari della tecnica utilizzata.
Oltre a validare, in base alle conoscenze attuali, l’utilizzo dello spazzolino elettrico, la letteratura scientifica conferma che è importante menzionare: per prevenire carie, gengivite e parodontite è necessario spazzolare i denti con una tecnica corretta, per una durata di almeno 2 minuti, 2-3 volte al dì, integrando l’impiego di scovolini o fili interdentali.
In conclusione è obbligatorio sottolineare che dovrebbe spettare all’odontoiatra e/o all’igienista dentale, come professionisti sanitari del campo, indirizzare la scelta del paziente, consigliando i presidi di igiene orale più indicati per la specifica situazione clinica, selezionandoli anche in base alla manualità del soggetto e alle sue preferenze, per favorirne l’accettazione e l’impiego a lungo termine.
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