La parodontite potrebbe favorire
l'insorgenza di trombosi, ovvero di condizioni di ostruzione del
circolo sanguigno, con esiti anche gravi come l'ischemia. Lo
suggerisce una recente revisione di studi pubblicata
sull'International Journal of Oral Science e condotta da esperti
dello State Key Laboratory of Oral Diseases & National Center
for Stomatology & National Clinical Research Center for Oral
Diseases & West China Hospital of Stomatology, Sichuan
University, in Cina.
"In questa rassegna - scrivono gli autori - abbiamo riassunto
i risultati clinici sull'associazione tra parodontite e malattie
trombotiche; inoltre abbiamo discusso diversi nuovi agenti
pro-trombotici correlati alla parodontite e presentato una
prospettiva che sottolinea la necessità di una gestione della
salute orale per le persone ad alto rischio di trombosi".
La parodontite è un'infiammazione cronica dei tessuti che
sostengono i denti, causata da batteri del biofilm gengivale e
mediata da squilibri immunitari. Le malattie parodontali non
controllate sono la causa principale della perdita dei denti. La
trombosi può limitare il flusso sanguigno nei vasi, portando a
ischemia, necrosi e, nei casi estremi, instabilità vascolare
fatale.
Studi precedenti hanno dimostrato che la parodontite potrebbe
aumentare il rischio di trombosi attraverso infiammazione
'sistemica' (a livello di tutto l'organismo) o trasmissione
batterica, influenzando la funzione delle piastrine e la
coagulazione del sangue. Infatti, batteri come Porphyromonas
gingivalis, Tannerella forsythia, associati a infezioni
parodontali, possono entrare nel flusso sanguigno, provocando
infiammazione sistemica. Questo danneggia le pareti dei vasi,
aumentando il rischio di ipercoagulabilità e trombosi. Non a
caso da precedenti lavori è emerso che il DNA dei batteri
parodontali è presente in placche aterosclerotiche e materiale
trombotico.
Infatti nel rapporto congiunto della Federazione Europea di
Parodontologia e della Federazione Mondiale del Cuore si
evidenzia che i pazienti con parodontite presentano
concentrazioni significativamente elevate di fattori trombotici
circolanti (ad esempio, il fibrinogeno).
In sintesi, la parodontite aumenta il rischio di malattie
trombotiche, attivando in modo eccessivo le piastrine e
promuovendo la coagulazione del sangue. Tuttavia, i trattamenti
parodontali migliorano la funzione endoteliale.
In generale, la combinazione della parodontite può comportare
un rischio maggiore e un esito clinico peggiore per i pazienti
con malattie trombotiche, concludono gli autori. È necessaria
una maggiore attenzione, compresi interventi precoci e follow-up
regolari, per monitorare la prognosi e le complicanze di questi
pazienti nel trattamento clinico.
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