"Impennata di turismo dentale", con
200.000 italiani all'estero lo scorso anno per protesi e
impianti, sostanzialmente raddoppiati rispetto all'anno
precedente. Ma "uno su tre si trova con la bocca da rifare dopo
3-6 mesi con costi triplicati". Lo segnalano gli esperti al
Congresso Nazionale della Società Italiana di Parodontologia e
Implantologia (SIdP), a Rimini dedicato proprio alla qualità
delle cure, che in Italia sono tra le migliori al mondo.
È l'Albania, con circa 50 mila italiani ogni anno, la meta più
gettonata per il turismo dentale, seguita da Croazia, Romania e
Turchia, ma in almeno un caso su tre al rientro in Italia serve
intervenire di nuovo per rimediare a errori odontoiatrici o
eventi avversi che compaiono dopo 3-6 mesi. Nel 60% dei casi si
tratta di problemi gravi, come infezioni, ascessi o difficoltà a
masticare, che fanno saltare protesi e impianti e impennare i
costi delle cure vanificando il risparmio iniziale. Per ridurre
i rischi, e anche le spese, necessarie diagnosi precoce,
protocolli precisi e terapie di qualità disponibili in Italia,
che secondo il ranking internazionale si classifica nella top
ten dei Paesi coi migliori esperti in terapie parodontali.
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