Sono positivi i dati di una sperimentazione di fase II su un vaccino contro lo streptococco di tipo B. Il vaccino si somministra in gravidanza e serve a proteggere il nascituro nei primi mesi di vita. Nello studio, i cui dati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine, la somministrazione del vaccino ha stimolato la produzione di anticorpi contro il batterio e questi venivano trasmessi al bimbo.
Le infezioni da streptococco B nei neonati possono causare complicazioni potenzialmente molto gravi. A oggi l'unica strategia per ridurre il rischio di infezione nel piccolo è la somministrazione di antibiotici alla mamma durante il travaglio, qualora sia riscontrata una positività al batterio.
La sperimentazione del vaccino, sviluppato da Pfizer, è stata condotta su 360 donne. I test hanno consentito di confermare la sicurezza del prodotto, di identificare il dosaggio più efficace e di avere una prima indicazione sulla sua efficacia: la vaccinazione ha stimolato infatti la produzione di anticorpi anti-streptococco; inoltre, questi venivano trasferiti al nascituro.
Una seconda parte dello studio, che ha coinvolto circa 18 mila donne, ha stimato la quantità di anticorpi necessari a conferire protezione contro l'infezione, confermando che i livelli raggiunti con la vaccinazione sono efficaci.
"Ogni anno, ci sono quasi 400 mila casi di malattie infantili e circa 13 mila bambini nati morti e morti infantili in tutto il mondo a causa dello streptococco di gruppo B", ha affermato Annaliesa Anderson, a capo della ricerca sui vaccini di Pfizer.
I dati ottenuti dallo studio consentono di avviare un programma di sperimentazione di fase III propedeutico a un'eventuale approvazione del vaccino.
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