"La sicurezza dei pazienti è la
bussola che guida il lavoro delle aziende sanitarie e degli
ospedali italiani. La totalità (95%) delle aziende sanitarie ha
infatti definito procedure specifiche per la riduzione degli
errori clinici e la gestione delle anomalie". A sottolineare i
dati emersi da una recente indagine realizzata in collaborazione
con l'Università Cattolica di Roma è il presidente della
Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso),
Giovanni Migliore, in occasione della sesta Giornata mondiale
per la sicurezza delle cure promossa dall'Organizzazione
mondiale della sanità.
"Bisogna raccontare - puntualizza Migliore - lo sforzo
quotidiano delle strutture per migliorare i processi diagnostici
garantendo la sicurezza dei pazienti, a partire dalla
prevenzione degli errori, favorendo l'indispensabile alleanza
tra cittadini, istituzioni e operatori della sanità. Asl e
ospedali sono in prima linea per assicurare il 'clinical risk
management', cioè la gestione del rischio clinico in ambito
sanitario, attraverso strategie fondamentali per migliorare la
qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza dei
pazienti".
Una sfida che deve coinvolgere tutti, ma che deve includere
anche un efficace governo della domanda di prestazioni. "Senza
appropriatezza non può esserci vera sicurezza della cura e
dell'assistenza. Un tema ancora più attuale in questo momento,
- prosegue Migliore - perché tutto ciò che facciamo per
migliorare la qualità delle cure contribuisce certamente anche a
ridurre i possibili episodi di aggressioni a medici e operatori
sanitari".
Assicurare la sicurezza del paziente e prevenire gli errori
diagnostici e terapeutici, oltre a essere un fondamentale
obiettivo per la tutela della salute dei cittadini, conclude
Migliore, "consente di minimizzare il rischio di contenzioso e
anche le pesanti ricadute economiche a carico delle aziende
sanitarie, che si trovano spesso in regime di
autoassicurazione".
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