Negli ultimi due decenni le
infezioni da dengue sono aumentate notevolmente. In genere i
pazienti affetti da questa malattia si dividono in due
categorie: quelli che contraggono l'infezione per la prima volta
(infezioni primarie) e quelli che vengono reinfettati dopo una
precedente esposizione (infezioni secondarie). Tradizionalmente
la convinzione prevalente è che solo le infezioni secondarie
comportino rischi significativi. Un nuovo studio condotto in
India ha dimostrato che anche le infezioni primarie possono
mettere a rischio la vita dei pazienti. Questa scoperta
suggerisce la necessità di rivalutare le strategie impiegate per
combatterla.
L'analisi ha riguardato casi di dengue grave in un ampio
gruppo di bambini ed è stata pubblicata sulla rivista
scientifica Nature Medicine. Lo studio ha dimostrato che più
della metà dei casi potrebbe essere attribuita a un'infezione
primaria e non secondaria.
"L'infezione da virus della dengue è un enorme problema di
salute pubblica - afferma Anmol Chandele, responsabile
dell'Icgeb-Emory vaccine program all'Icgeb di Nuova Delhi e
autrice dell'articolo - molti pazienti sviluppano una malattia
grave che a volte può essere fatale. Tuttavia, gran parte della
ricerca in corso sull'intervento vaccinale si basa sulla
convinzione che le infezioni primarie di dengue non siano
generalmente pericolose. Il nostro studio mette in discussione
questa convinzione e dimostra che le infezioni primarie
costituiscono una frazione sostanziale dei casi di malattia
grave e dei decessi". Un risultato che ha implicazioni per lo
sviluppo e l'implementazione di strategie vaccinali efficaci.
Anche in Italia si registra un'espansione della dengue, come
evidenziato anche da un recente studio in via di pubblicazione,
a cui ha collaborato Alessandro Marcello, responsabile del
laboratorio di virologia molecolare dell'Icgeb che opera
nell'Area Science Park di Trieste: "Nel 2023 - afferma - abbiamo
avuto il più alto numero di casi e di trasmissioni autoctone di
dengue fino a ora. I cambiamenti climatici ma anche gli
spostamenti delle persone sono i maggiori responsabili della
circolazione della dengue in nuove aree. Lo studio dei colleghi
indiani ci dimostra la necessità di proteggere anche la nostra
popolazione fin dal primo incontro con il virus".
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