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Asportato un grande tumore di 20 centimetri sollevando il cuore, l'intervento durato 10 ore

Asportato un grande tumore di 20 centimetri sollevando il cuore, l'intervento durato 10 ore

Alle Molinette di Torino. La massa alla ghiandola del timo comprimeva anche un polmone. La testimonianza del paziente

TORINO, 19 febbraio 2025, 18:09

Redazione ANSA

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Un intervento chirurgico di dieci ore all'ospedale Molinette di Torino ha salvato un uomo di 55 anni, dopo che vari centri avevano rifiutato il rischio. Per asportare la massa, un timoma (neoformazione del timo) di venti centimetri che comprimeva il polmone sinistro e che, nonostante la chemioterapia era arrivato a invadere il cuore, sono intervenuti chirurghi toracici e cardiochirurghi. Oltre ad aprire completamente il torace e la cavità pleurica, in questo caso particolare è servita anche l'apertura del pericardio (il "sacco" che contiene il cuore), per avere accesso alle strutture vascolari più profonde, dietro il cuore. Deciso di non fermarlo, è stato tenuto alzato e battente con un posizionatore cardiaco.

Le Molinette di Torino, centro di riferimento italiano ed europeo per la patologia della ghiandola del timo, sono intervenute con Massimo Boffini della Cardiochirurgia universitaria, Enrico Ruffini e Paraskevas Lyberis della Chirurgia Toracica universitaria, con l'anestesista Tommaso Pierani della Cardiorianimazione, coi medici specializzandi di cardiochirurgia Gerlando Mallia e di chirurgia toracica Filippo Terrando e gli infermieri di cardiochirurgia.

 "Con un meticoloso e complesso isolamento di tutti i vasi - spiega Paraskevas Lyberis - il tumore e il polmone sinistro ormai non più funzionante, perché invaso dalla neoplasia, sono stati asportati in sicurezza. Anche il diaframma (il muscolo che separa il torace dall'addome), coinvolto dalla malattia, è stato in parte asportato e ricostruito". "L'intervento è stato possibile grazie all'impiego di un piccolo conetto - spiega Boffini - collegato a un braccio malleabile che, creando il vuoto, riesce a mantenere il cuore in posizione verticale, garantendo allo stesso tempo che spinga il sangue in tutto il corpo. Si chiama posizionatore cardiaco e funziona come se desse un lungo bacio al cuore a cui viene collegato. È usualmente utilizzato per gli interventi di rivascolarizzazione miocardica a cuore battente, senza l'uso della circolazione extracorporea e in questo caso ha permesso di raggiungere agevolmente le vene polmonari di sinistra, che sono dietro al cuore e che dovevano essere suturate per la rimozione della massa".

Il paziente  'nessuno era disposto a operarmi. E' andato tutto bene'

 "Sono di Como e ho girato una serie di ospedali prima di trovare in quello di Torino qualcuno disposto a operarmi. Le strutture sanitarie in cui avevo fatto le cure e la chemio avevano eseguito le profilassi corrette, ma mi avevano detto che non sarei stato in grado di sopportare un intervento". A raccontarlo è l'uomo di 55 anni operato a Torino per un grande tumore al timo, scoperto quando si era sentito particolarmente debilitato, al punto da sentirsi mancare il fiato.

"La chemio d'altra parte - prosegue il paziente nella narrazione di come è arrivato dai chirurghi a Torino - non aveva dato i risultati sperati e c'era l'ipotesi di rifarla. Una visita da un esperto proprio di neoplasie timiche, Tommaso De Pas, a Bergamo, mi aveva reso consapevole che la chemio non sarebbe servita e mi aveva consigliato quindi di cercare un chirurgo, ma nessuno era disposto a intervenire. Mia moglie era iscritta alle associazioni di chi è affetto da tumori rari, tra cui ci sono i timomi: lì abbiamo trovato gli elenchi dei medici e degli ospedali che se ne occupano e siamo arrivati alle Molinette".

"Dopo l'intervento alle Molinette - ha detto del suo decorso - sono stato due giorni in terapia intensiva, addormentato, altri due in subintensiva e dieci nel reparto di chirurgia toracica. Adesso sono in una clinica associata all'Asl in provincia di Torino e resterò ancora tre settimane per la riabilitazione. Sono ancora molto debilitati e faccio fatica sia a camminare che a respirare, perché è stato un intervento molto importante".
"È andato tutto bene, dovrò sicuramente - ha concluso il paziente - fare dei controlli e le cure ora necessarie nel post-operatorio: era un'operazione salvavita e le Molinette hanno creduto di poterla fare e progettato l'operazione in meno di un mese".    

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