Lo studio di Fase III Cabinet ha
valutato la molecola cabozantinib rispetto a placebo nei
pazienti con tumori neuroendocrini del pancreas avanzati (pNET)
o con tumori neuroendocrini extraepatici (epNET) avanzati in
progressione dopo una precedente terapia sistemica. I dati
mostrano una riduzione statisticamente significativa del rischio
di progressione di malattia o di morte con cabozantinib rispetto
a placebo del 77% e del 62% nei pazienti con pNET e epNET
avanzati, rispettivamente. I dati sono stati presentati al
Congresso 2024 della European Society for Medical Oncology (Esmo
2024) e pubblicati su New England Journal of Medicine.
"I pazienti con tumori neuroendocrini affrontano molte
difficoltà, dalla certezza di una diagnosi in tempi brevi alla
disponibilità di opzioni terapeutiche ottimali che soddisfino le
necessità di un numero sempre maggiore di persone con questo
tumore", afferma Teodora Kolarova, Executive Director,
International Neuroendocrine Cancer Alliance. "Questi ultimi
dati confermano la possibilità di continui progressi scientifici
nei tumori neuroendocrini, offrendo il potenziale per nuove
terapie in grado di influenzare significativamente la vita
quotidiana di questi pazienti che si trovano ad affrontare una
diagnosi complessa".
Si stima che il numero delle nuove diagnosi di tumori
neuroendocrini (Net) sia in aumento a causa della maggiore
conoscenza e dei migliori metodi di diagnosi, con circa 35
pazienti ogni 100.000 che attualmente sono colpiti dai Net a
livello globale. Tuttavia, nonostante la miglior comprensione
della malattia, la natura non specifica dei sintomi di questo
tipo di neoplasia spesso porta i pazienti a essere visitati da
molteplici specialisti e ad effettuare vari tipi di esami prima
di raggiungere una diagnosi accurata. Di conseguenza, circa un
terzo delle persone impiega almeno cinque anni a ricevere la
diagnosi di Net, il che contribuisce ai risultati sfavorevoli
per i pazienti. La maggior parte dei Net è di natura indolente e
si può sviluppare in qualsiasi parte del corpo, richiedendo
numerose linee di terapia man mano che la malattia progredisce.
Le opzioni terapeutiche al momento della progressione di
malattia sono spesso limitate e dipendono dalla sede primaria
del tumore, causando difficoltà nell'identificazione del
percorso terapeutico ottimale specifico per la condizione del
paziente.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA