Risultati incoraggianti
arrivano dalla ricerca contro i tumori ginecologici, suggerendo
che diverse nuove opzioni terapeutiche potrebbero presto essere
disponibili per queste pazienti. Lo dimostrano i risultati di
vari studi presentati al congresso della Società europea di
oncologia medica (Esmo): rivelano infatti che nuovi gruppi di
donne con tumori dell'endometrio e del collo dell'utero in
stadio iniziale ottengono benefici clinicamente significativi
dall'aggiunta dell'immunoterapia agli attuali trattamenti
standard. Funzionano dunque, affermano i ricercatori, le nuove
combinazioni di farmaci e trattamenti.
I tumori ginecologici, compresi i tumori dell'endometrio e
del collo dell'utero, rimangono una delle principali cause di
morte per cancro e una grande sfida per la salute delle donne in
tutto il mondo. In Italia si contano quasi 2500 nuovi casi
diagnosticati ogni anno di tumore della cervice e circa 1150
decessi; quasi 10.200 casi di cancro dell'endometrio all'anno e
circa 2.400 decessi e più di 6.000 casi di cancro dell'ovaio e
circa 3.600 decessi.
Nuove speranze arrivano però dall'immunoterapia. I
risultati di uno studio di fase 3 sul carcinoma cervicale
localmente avanzato ad alto rischio hanno infatti mostrato che
pembrolizumab più chemioradioterapia concomitante ha ottenuto un
miglioramento significativo della sopravvivenza globale a 3 anni
nell'82,6% dei pazienti trattati con pembrolizumab rispetto al
74,8% nel gruppo placebo.
Un altro studio ha invece riscontrato un'attività
antitumorale "promettente" con un nuovo anticorpo
farmaco-coniugato (TORL-1-23) che ha come bersaglio la proteina
claudina 6 in pazienti pesantemente pretrattate con tumori
dell'ovaio e dell'endometrio. Secondo vari esperti, le terapie
combinate saranno il futuro nei tumori ginecologici, con
combinazioni di immunoterapia con chemioterapia o radioterapia e
agenti mirati. C'è anche un notevole margine di crescita nello
sviluppo di farmaci personalizzati, come i vaccini neoantigenici
e l'immunoterapia personalizzata. Gli studi presentati all'Esmo
"segnano importanti progressi nella ricerca sul cancro
ginecologico, suggerendo che presto potrebbero essere
disponibili diverse nuove opzioni di trattamento", ha concluso
Isabelle Ray-Coquard, presidente del Group d'Investigateurs
National Evaluation des Cancers de l'Ovaire (Gineco).
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