Monitorare l'andamento delle terapie per il tumore al seno attraverso una goccia di sudore e un "cerotto": è il cuore del progetto "Sweatpatch", finanziato con oltre tre milioni da Pathfinder dell'European innovation council della Commissione Europea, e che coinvolge l'Istituto romagnolo per lo studio dei tumori Irst Dino Amadori di Meldola nel Forlivese.
Avviato a maggio a Lille (Francia) con altri dieci partner, lo studio vuole mettere a punto un dispositivo medico prognostico innovativo, non invasivo, per il carcinoma al seno, che possa aiutare gli specialisti a valutare l'efficacia della terapia anti-tumorale in tempo reale. Grazie alla loro connessione col metabolismo tumorale, la composizione dei composti organici volatili emessi dal tumore nel sudore può modificarsi in seguito al trattamento farmacologico e fornire quindi uno strumento diagnostico e di monitoraggio della malattia. Il progetto "Sweatpatch" si basa sulla creazione di un dispositivo wireless che include un cerotto flessibile e biocompatibile che attraverso l'odore, proprio come fosse un "naso", riconoscerà il tipo di risposta alla terapia.
"Sweatpatch rappresenterà un salto concettuale" verso "l'oncologia di precisione", spiega la dottoressa Francesca Pirini, biologa molecolare referente del progetto. "Questa innovazione promette di migliorare notevolmente la gestione del cancro al seno, adattando le terapie alle specifiche esigenze biologiche dei pazienti, e contribuendo così a migliorare i risultati clinici e la qualità della vita delle pazienti".
Il carcinoma al seno, ricorda l'Irst, è il tumore più diffuso in Europa e nel mondo per il genere femminile. In molti casi la patologia si presenta in una fase localmente avanzata o metastatica, che richiede l'uso di farmaci antitumorali secondo protocolli definiti a livello internazionale.
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