Migliorano le performance delle cure
diabetologiche in Italia: aumentano i pazienti con l'emoglobina
glicata in regola e cresce l'impiego dei farmaci più appropriati
ed efficaci nel contrastare le principali complicanze della
malattia diabetica. Al contempo, persistono alcune storiche
"spine nel fianco" della diabetologia: diagnosi spesso tardiva
del piede diabetico, diffusi risultati non ottimali nel
controllo del peso e la persistenza di alcuni stili di vita
incompatibili con una gestione consapevole della malattia, primo
fra tutti il vizio del fumo. Questo il quadro delineato
dall'Associazione Medici Diabetologi (Amd) che oggi, al
ministero della Salute, ha presentato l'ultima edizione degli
Annali, indagine che da quasi 20 anni monitora l'andamento e la
qualità dell'assistenza erogata a oltre 600mila pazienti
italiani.
Quest'anno, ha spiegato Giuseppina Russo, coordinatrice
nazionale Annali Amd, sono stati coinvolti quasi 300 centri
diabetologici distribuiti su tutto il territorio nazionale,
"registrando l'assistenza erogata a oltre 42.000 persone con
diabete tipo 1, più di 573.000 persone con diabete tipo 2 e
13.542 donne con diabete in gravidanza, arrivando a coprire, in
alcune Regioni, il 50% dei cittadini con diabete". Dall'indagine
è emerso che circa il 40% dei pazienti con diabete di tipo 1 ha
raggiunto l'obiettivo di cura per i valori dei lipidi e della
pressione arteriosa, un terzo quello dell'emoglobina glicata. Il
65% dei pazienti presenta uno score che indica livelli adeguati
di cura, con benefici diretti sulla salute complessiva e sulla
riduzione del rischio cardiovascolare. Per quanto riguarda il
diabete di tipo 2, circa il 40% raggiunge il target per i lipidi
e il 25% per la pressione arteriosa, oltre il 56% mantiene
l'emoglobina glicata sotto controllo grazie forse all'impiego di
nuovi farmaci. Risultati con qualche ombra sul diabete
gestazionale, con il 14,4% delle donne che ha ricevuto una
diagnosi tardiva, dopo la 28/ma settimana. "Nulla può essere
migliorato se non viene misurato - ha dichiarato Riccardo
Candido, presidente Amd - questo è stato il nostro punto di
partenza quando abbiamo dato vita agli Annali quasi venti anni
fa e continuerà ad essere il nostro approccio nell'affrontare le
sfide del prossimo futuro".
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