Lieve segnale di flessione per gli incidenti stradali in Italia, una piaga che secondo un report Aci-Istat nel 2023 ha contato 3.039 vittime, anche se il dato archivia un calo del 3,8% rispetto all'anno precedente; tantissimi naturalmente anche i feriti, 224.634, in crescita su base annua dello 0,5%, così come il dato complessivo dei sinistri (166.525, +0,4%). Considerevole, com'è intuibile, il costo sociale per le lesioni alle persone, valore che nel 2023 è arrivato a sfiorare i 18 miliardi di euro (e giustamente lo studio Aci-Istat sottolinea che l'ammontare complessivo è pari a circa l'1% del pil nazionale). Ma non basta: se si prendono in considerazione anche i costi legati ai sinistri con soli danni alle cose (circa 4,3 miliardi di euro), si arriva a una cifra pari a circa 22,3 miliardi di euro.
La fotografia del 2023 evidenzia anche un incremento degli incidenti stradali dei monopattini elettrici (21, rispetto ai 16 del 2022) e di bici e bici elettriche (212; 205 nel 2022). "Le due ruote a motore - sottolineano gli autori dello studio - registrano un elevato numero di incidenti in collisione con autovetture, mezzi commerciali leggeri e veicolo isolato. E i pedoni presentano un rischio maggiore rispetto agli altri utenti quando entrano in collisione con autovetture e veicoli industriali".
Secondo il report Aci-Istat il tasso di mortalità stradale è passato da 53,6 a 51,5 morti ogni milione di abitanti tra il 2022 e il 2023 (53,1 nel 2019). Nel 2023 il numero di morti per 100mila abitanti è risultato più elevato della media nazionale (5,2) in ben 13 regioni. Il tasso di mortalità stradale nei grandi Comuni è salito a 4,6 per 100mila abitanti, da 4,2 del 2022. La mortalità resta più alta sulle strade extraurbane, con 4,1 decessi ogni 100 incidenti (4,3 nel 2022); cala a 2,7 sulle autostrade, e è pari a 1,1 sulle strade urbane (rispettivamente 4,3, 3,5 e 1,1 nel 2022). La media nazionale, praticamente invariata dal 2010 salvo oscillazioni non significative, è pari a 1,8. Gli errori alla guida più frequenti sono: la distrazione (33.144 incidenti, il 15,1% del totale), il mancato rispetto della precedenza o del semaforo (28.389 incidenti, il 12,9%), l'alta velocità (18.524, 8,4%). I tre gruppi costituiscono il 36,5% dei casi (80.057).
Le vittime risultano concentrate nelle classi 20-29 anni e 45-59 anni per gli uomini, oltre i 55 anni per le donne; gli aumenti maggiori si registrano nelle fasce: 75-59 anni (+23,6%) 5-9 anni (da 8 a 13 vittime) e 45-49 anni (+1,8%). Da sottolineare che l'indice di mortalità per i pedoni, pari a 2,6 ogni 100 incidenti per investimento di pedone, è 4 volte superiore a quello degli occupanti di autovetture (0,7); per i motociclisti è di 2,4 volte superiore (1,6 morti ogni 100 incidenti); è invece 2 volte più alto per i conducenti e passeggeri di biciclette, elettriche e non e di monopattini (1,1 morti ogni 100 incidenti).
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