I Paesi Ue con tutta probabilità
sosterranno i dazi sui veicoli elettrici cinesi in autunno,
quando saranno chiamati a votare per rendere permanenti le
misure commerciali fino al 37,6% sulle importazioni di e-car
dalla Cina introdotte in via provvisoria a luglio. A sostenerlo
è il vicepresidente della Commissione europea, Valdis
Dombrovskis, in un'intervista al Financial Times.
"E' chiaro che gli Stati membri si rendono conto della
necessità di proteggere l'industria automobilistica dell'Ue
perché il rischio di danno esiste. La quota di mercato cinese
dei veicoli elettrici a batteria sta crescendo molto
rapidamente" con "sovvenzioni", ha evidenziato il responsabile
del Commercio europeo parlando al foglio della City.
Dombrovskis ha affermato di essere aperto "a una soluzione
reciprocamente accettabile", a patto che Pechino cambi rotta.
"Il mercato europeo rimane più aperto ai beni e alle aziende
cinesi di quanto lo sia il mercato cinese per l'Ue", ha spiegato
il politico lituano, riferendo che i negoziati sono tuttora in
corso per rimuovere le "varie barriere all'accesso al mercato" e
"garantire un commercio più reciproco". "Le politiche e pratiche
non di mercato" della Cina hanno contribuito a un surplus
commerciale di 293 miliardi di euro in merci con l'Ue nel 2023,
ha denunciato ancora Dombrovskis.
A metà luglio, in un primo voto consultivo, i Ventisette
sono apparsi sempre più inclini a optare per la scure dei dazi
sui veicoli elettrici made in China: i governi decisi a dare un
segnale forte al Dragone e ai suoi maxi-sussidi sono stati in
tutto 12, tra cui anche l'Italia. Ad astenersi sono stati invece
11 Paesi, compresa la Germania. Soltanto 4 i contrari: Ungheria,
Slovacchia, Malta e Cipro.
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