Nel confronto tra l'Ue e la Cina sulle importazioni di veicoli elettrici nell'Unione, che ha già visto l'annuncio europeo di voler innalzare sensibilmente i dazi doganali, "sabato c'è stata una chiamata costruttiva. La parte Ue ha sottolineato che l'obiettivo della negoziazione, qualsiasi sia il risultato dell'indagine, deve essere efficace nell'affrontare il problema dei sussidi interni. Le due parti continueranno a confrontarsi e concretamente ci saranno colloqui tecnici a Bruxelles questa settimana". Lo ha detto la portavoce della Commissione europea, Johanna Bernsel, interpellata al riguardo durante l'incontro quotidiano con la stampa.
La Cina vuole che l'Ue rimuova i dazi preliminari fino all'ulteriore 38,1% massimo sull'import di veicoli elettrici made in China prima che entrino in vigore il 4 luglio, dopo che le parti hanno concordato di tenere nuovi colloqui commerciali. E' quanto riporta il Global Times, il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo, citando alcuni osservatori secondo cui il risultato migliore è che Bruxelles rinunci alla sua decisione.
Ma la Commissione Ue, gli analisti e le lobby commerciali europee hanno sottolineato che i colloqui sarebbero uno sviluppo importante e che la Cina dovrebbe essere disposta a fare importanti concessioni di fronte all'indagine che - secondo l'Ue - ha fatto emergere "sussidi eccessivi e ingiusti" al settore delle e-cinese. Pechino ha ripetutamente invitato l'Ue a cancellare le tariffe, esprimendo la volontà di negoziare, puntando ad evitare il coinvolgimento con un'altra guerra commerciale dopo i colpi statunitensi da parte dell'amministrazione Trump, ma ha minacciato di prendere tutte le misure per proteggere le sue aziende, se necessario.
Per ora, entrambe le parti hanno concordato di riavviare i colloqui dopo una telefonata tenuta sabato tra il commissario europeo Valdis Dombrovskis e il ministro del Commercio cinese durante la visita in Cina del vicecancelliere tedesco Robert Habeck, nonché ministro per gli Affari economici e l'Azione per il clima, per il quale le porte sono "aperte alle discussioni".
Le autorità cinesi hanno lasciato intendere possibili ritorsioni attraverso i media statali e le interviste con operatori del settore. "Sembra probabile che Pechino aumenterà le tariffe fino al 25% per le auto prodotte in Europa con motori da 2,5 litri o superiori - ha affermato Jacob Gunter, analista capo dell'istituto di studi cinesi MERICS con sede a Berlino -.
Carne di maiale e latticini sono già sul tavolo di Pechino, e probabilmente altri prodotti agricoli saranno minacciati".
Da parte Ue, tuttavia, ci sono altre indagini in corso dai dispositivi medici agli scanner di sicurezza aeroportuali fino ai tubi d'acciaio.
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