La fiscalità che oggi grava sull'auto è focalizzata sulla proprietà del bene e non tiene conto dell'evoluzione che sta vivendo la mobilità, orientata sempre più all'uso, a partire dagli oltre 1,3 milioni di veicoli a noleggio che ogni anno percorrono 31 miliardi di km. Il contributo del settore del noleggio alle casse statali, provinciali e comunali oggi supera i 2,6 miliardi di euro.
Sono questi i principali dati e le conclusioni che emergono dall'analisi realizzata da Aniasa, l'Associazione che all'interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, sul contributo fiscale del settore del noleggio veicoli alle casse dello Stato e delle diverse istituzioni locali. Le attività di noleggio veicoli hanno vissuto negli ultimi anni una consistente crescita, entrando gradualmente negli usi e costumi di un numero crescente di aziende e privati.
Queste attività producono ogni anno 1,5 miliardi di gettito di Iva e 1,1 miliardi di imposte locali, tra tassa automobilistica regionale (nota come bollo), imposta provinciale di trascrizione (IPT) e altri oneri amministrativi. Un totale di 2,6 miliardi di euro che riforniscono con regolarità le casse dello Stato, delle Regioni e delle Province.
A ciò si aggiungono per l'erario ulteriori 70 milioni derivanti da imposta di bollo e adempimenti con le PA nei pagamenti. Il settore oggi rappresenta un attore strategico per la mobilità aziendale, turistica e cittadina del nostro Paese e per l'industria automotive (quasi 1 vettura immatricolata su 3 è a noleggio), ma funge anche da promotore di correttezza e di emersione fiscale, rendendo i soggetti con cui opera "contribuenti virtuosi".
L'applicazione della normativa fiscale prevista per il noleggio, infatti, diffonde nella filiera una correttezza di comportamento con piena trasparenza e tracciabilità delle operazioni effettuate, a partire dalla attività di manutenzione e in tutte le fasi di vita del veicolo.
Sebbene oggi quasi un'auto nuova su tre sia immatricolata a noleggio e in circolazione ci siano oltre 1 milione e 300mila veicoli a nolo, il modello tributario è tuttavia ancorato a un modello di mobilità dello scorso secolo, totalmente focalizzato sulla proprietà. La normativa del bollo auto, ma anche dell'imposta provinciale di trascrizione, non considera che la circolazione dei veicoli a noleggio, seppure immatricolati per la maggior parte in poche province, avvenga invece, per loro natura, su tutto il territorio nazionale. Senza contare che questi veicoli possono essere utilizzati da soggetti con differenti residenze o sede legali.
Anche in considerazione di questi elementi, Aniasa da tempo propone di configurare per i veicoli immatricolati ad uso noleggio un regime speciale, con versamento degli importi relativi al bollo ad unico soggetto nazionale percettore e gestore di tutti i dati e dei pagamenti, con successiva ripartizione tra gli enti locali in relazione ai parametri individuati dalle Regioni: "La legge delega per la riforma fiscale approvata dal Parlamento lo scorso anno prevede il riordino delle tasse auto anche nell'ottica di razionalizzazione e semplificazione del prelievo - sottolinea il presidente Alberto Viano - . Il decreto attuativo è in cantiere ed è occasione per rivedere le obsolete e complicate norme che dal 1953 disciplinano il bollo auto. Diventa quanto mai opportuno uno studio con i vari Enti di riferimento, per valutare miglioramenti ed innovazioni della normativa, oggi basata essenzialmente sul concetto di proprietà, via via sostituito da quello di utilizzo del bene. La centralizzazione del pagamento e la contestuale devoluzione alle singole regioni in base a fattori stabiliti dalle stesse istituzioni semplificherebbero gli adempimenti e garantirebbero a tutte le PA flussi di risorse regolari senza comportare alcuna riduzione del gettito".
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