La crisi di Stellantis non si ferma. In un mercato in calo a settembre del 4,2% il gruppo guidato da Carlos Tavares segna una nuova pesante battuta d'arresto con 148.306 immatricolazioni in Europa, Paesi Efta e Regno Unito, il 26% in meno dello stesso mese del 2023. La quota di mercato scende dal 17,2% al 13,3%. Anche nei primi nove mesi del 2024 il gruppo registra una flessione del 6% con 1.550.43 auto vendute e una quota di mercato pari al 15,9% contro il 17% di un anno fa. La prossima settimana, giovedì 31 ottobre, Stellantis, che ha tagliato le stime per il 2024, renderà noti i conti del terzo trimestre, mentre non c'è ancora la convocazione del tavolo con l'azienda annunciata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso dopo l'audizione in Parlamento di Tavares e lo sciopero proclamato dai sindacati. Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini torna sul tema dell'ingresso dello Stato in Stellantis. "Quando l'Italia ha dato alla Fiat un prestito per l'unificazione (con Peugeot) e la creazione di Stellantis noi avevamo detto che quel prestito doveva essere finalizzato prevendendo anche un ingresso dello Stato fra gli azionisti e facendo investimenti su produzioni italiane, non solo elettriche, ma anche sui modelli di base. No, non mi sento responsabile della crisi Stellantis, io e i lavoratori siamo quelli che hanno pagato un prezzo degli errori di altri". Il mercato europeo è fiacco anche se a settembre c'è un leggero recupero: rispetto al 2019 le immatricolazioni sono in calo del 13% a fronte della flessione del 16,5% di agosto. "Un discreto recupero dovuto a un rimbalzo delle vendite di auto elettriche che hanno recuperato parte del crollo di agosto (-36%) grazie a politiche aggressive nel Regno Unito con sconti senza precedenti di venditori e sul mercato spagnolo" spiega il Centro Studi Promotor. Per il presidente Gian Primo Quagliano "è indispensabile che l'Unione Europea ridefinisca al più presto la sua politica per la transizione energetica nell'auto partendo da presupposti razionali e non ideologici". Anche per l'Unrae "serve assolutamente e urgentemente chiarezza sulle politiche ambientali e doganali dell'Unione Europea". La novità principale di settembre è che le auto ibride superano per la prima volta nelle vendite in Europa quelle a benzina, raggiungendo il 32,8% del mercato a settembre contro il 29,8% di quelle a benzina. Le auto diesel continuano a crollare (-23,5%) e rappresentano ormai solo il 10,4% del mercato. Per quanto riguarda le elettriche, dopo mesi di calo le loro vendite sono rimbalzate a settembre in Europa, ma rimangono lontane dai livelli attesi. A settembre sono il 17,3% delle vendite di auto nuove in Europa (+9,8% su base annua) rispetto al 14,8% di settembre 2023. Sono aumentate in particolare in Germania, dove le immatricolazioni erano crollate dalla fine degli acquisti bonus a fine 2023, ma anche in Belgio, Italia e Spagna. L'Anfia ipotizza una chiusura del 2024 intorno a 12.700.000 immatricolazioni, con un ribasso che potrebbe arrivare fino all'1,5% rispetto al 2023. All'interno dell'Europa occidentale le situazioni sono piuttosto differenziate. Il mercato più importante, quello della Germania, in settembre ha fatto registrare un calo del 7%. Negli altri quattro mercati, che insieme alla Germania si aggiudicano il 70% delle immatricolazioni, il risultato peggiore lo ha fatto registrare la Francia (-11,1%), seguita dall'Italia (-10,7%), mentre in positivo hanno chiuso il Regno Unito (+1%) e la Spagna (+6,3%) .
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