Non si sa se le auto e gli allestimenti per gli stand abbiano viaggiato dalla Cina nei container che, più volte settimanalmente, vengono trasportati dallo speciale treno merci sui 9.820 km di binari che uniscono il lontano Paese asiatico con la Germania. Oppure siano transitati nella stiva di un aereo merci o di una nave. Una cosa è certa: quello che si è visto al Salone dell'auto di Francoforte è stato un riuscito tentativo di sbarco delle marche cinesi in Europa, meglio organizzato e meglio realizzato di quanto era stato fatto lo scorso marzo al Salone di Ginevra e nel 2018 a quello di Parigi.
Tre importanti costruttori cinesi hanno monopolizzato una vasta area del padiglione 8 - per intenderci, quello di Honda e Ford - e lo hanno fatto con allestimenti degni di uno show televisivo e profusione di punti informativi e aree di comunicazione. Faw-Hongqui, Byton e Wey Great Wall hanno investito evidentemente importanti cifre per essere a Francoforte, per quella che dai cinesi viene definita 'Olimpiade dell'Automobile'. Le conferme di questa strategia di conquista sono arrivate da Byton, che nel presentare il suo suv elettrico M-Byte ha annunciato per questo modello, al traguardo del 2021 (quando dovrebbero iniziare le consegne in Europa) un prezzo inferiore ai 30mila dollari. Alla compagine azionaria di Byton contribuiscono il FAW Group, il fondo di investimento della provincia di Jiangsu e il Governo di Nanchino, dove è situato lo stabilimento frutto di un investimento da 1,5 miliardi di dollari. M-Byte è un suv premium, con due soluzioni di trazione (trazione posteriore e potenza di 200 kW, cioè 268 Cv, e trazione integrale con 300 kW complessivi, pari a 408 Cv.
L'autonomia promessa dalla Byton è nel primo caso di 360 Km, nel secondo - grazie alla batteria maggiorata - di 435 km. Gradevole nel design, M-Byte stupisce all'interno con un display curvo da ben 48 pollici, che copre tutta la plancia. Ancora più chiari i programmi di 'invasione' della Great Wall Motor, che a Francoforte si è presentata in pompa magna con l'intera gamma - concept compresi - del brand Wey dedicato al suv. La strategia prevede l'arrivo delle prima auto nei mercati Ue entro due anni, e non appena raggiunto il traguardo delle 50mila unità all'anno, anche l'avvio della produzione in loco.
Great Wall, tra l'altro, è già presente nel Continente con uno stabilimento inaugurato a Tula, nella Russia centrale, che ha una capacità di 80mila veicoli all'anno. Decisamente 'aggressivo' anche il concept E115, un suv che ricorda il Bmw X7, portato a Francoforte dalla Hongqi, che è storicamente il costruttore cinese delle auto governative. E115 è 100% elettrico e promette la guida autonoma di livello 'elevato' e un'autonomia di 600 km. Per sottolineare il valore della propria presenza alla IAA 2019, Hongqi ha esposto anche una supercar ibrida, la S9 con motore V8 4.0 a benzina accoppiato ad una unità elettrica, per un totale di 1.400 Cv.
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