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Guerra allo smartphone in classe, il divieto come opportunità

Guerra allo smartphone in classe, il divieto come opportunità

Pro e contro le decisioni di Valditara e perchè è stata presa la decisione

17 luglio 2024, 11:02

di A.M.

ANSACheck
Teenager con lo smartphone in classe foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Teenager con lo smartphone in classe foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

A partire dal prossimo anno scolastico 2024/2025 nelle scuole di tutta Italia sarà in vigore il divieto assoluto di utilizzo degli smartphone in classe, anche per fini educativi e didattici, dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola media. Faranno eccezione solo i casi previsti dal Piano Educativo Individualizzato o dal Piano Didattico Personalizzato, per sostenere gli alunni e le alunne con disabilità, bisogni specifici per l’apprendimento o altre condizioni personali documentate. E per computer e tablet? Secondo la circolare saranno consentiti esclusivamente a scopo didattico e sotto la supervisione del personale docente. Lo ha deciso il ministro dell'istruzione Valditara con annesso dibattito pro o contro. 

Perché questa decisione?
Nel nostro Paese, quasi il 38% degli studenti ammette di essere distratto dal proprio cellulare durante le lezioni, mentre il 29% si dice disturbato dall’uso che ne fanno i compagni. Questi dati, citati dallo stesso Ministro Valditara, sono stati raccolti dal rapporto 2023 del GEM (Global Education Monitoring) redatto dall’Unesco, agenzia delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura. Numeri supportati anche da numerose ricerche, sia in ambito scolastico che universitario.

Le opinioni PRO

Vincenzo Schettini [@lafisicachecipiace], professore e content creator italiano conosciuto grazie ai video divulgativi che pubblica sui social network. A Sky TG24 dice: "A scuola abbiamo fatto un guaio pazzesco con l'introduzione dei tablet, dei vari computer, è una distrazione continua. Quindi sentire il ministro dire che il cellulare viene vietato a scuola è condivisibile al massimo. Abbiamo perso il controllo. Anche noi ci distraiamo tantissimo con il cellulare, anche i lavoratori si distraggono al lavoro, immaginate i ragazzi a scuola. Cellulare vietato fino alle scuole medie? Ma alle scuole superiori? Dove i ragazzi hanno il tablet che è una sala giochi. Ce lo siamo scordati?".

Le opinioni CONTRO

Il prof. Roberto Franchini, docente di Pedagogia Speciale all’Università di Brescia e all’Università Cattolica. A Spazio2032 dice: “è certamente vero che lo smartphone può ipnotizzare i nostri studenti, danneggiando il loro percorso di crescita, ma il compito della scuola è probabilmente proprio educarne l’uso efficace (anche per l’apprendimento), e non semplicemente vietarlo. La negazione, per altro, rischia paradossalmente di alimentare la dipendenza, come accade quando gli studenti “finalmente” possono accenderlo quando la scuola “nemica” suona la campanella….

Ma è davvero una novità per la scuola italiana?  

In realtà il divieto dell’utilizzo del cellulare a scuola in Italia risale al marzo 2007, quando l’allora ministro Giuseppe Fioroni presentò le “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”. Nel documento si precisava come: “Il divieto di utilizzo del cellulare durante le ore di lezione risponde ad una generale norma di correttezza che, peraltro, trova una sua codificazione formale nei doveri indicati nello Statuto delle studentesse e degli studenti. In tali circostanze, l’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando, pertanto, un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell’istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi”.

Qual è la situazione in Europa?

La preoccupazione è condivisa, tanto che diversi Paesi hanno già pensato a dei provvedimenti.

Inghilterra
Quest’anno negli istituti è stata distribuita una circolare con le nuove linee guida in cui si impone ai minori di 16 anni di mantenere i cellulari spenti negli zaini per tutta la giornata a scuola, intervalli e pausa pranzo compresi.

Paesi Bassi
Anche gli studenti dei Paesi Bassi da quest’anno non possono più utilizzare i dispositivi mobili a scuola. La misura è stata introdotta dal governo per evitare ulteriori distrazioni e migliorare l'apprendimento.

Francia
Già da un po’ di tempo vieta l'uso degli smartphone a scuola ma lascia a  ogni singolo istituto definire le modalità pratiche del rispetto di questa norma.

Norvegia
Anche il nord Europa ha dichiarato guerra agli smartphone in classe. Il governo di Oslo ha deciso di vietare i telefonini nelle scuole seguendo le indicazioni di alcuni studi che hanno dimostrato un miglioramento del rendimento e dell’attenzione dei giovani in assenza di smartphone.

Svezia
Dopo l’approvazione di un piano per la digitalizzazione dell’insegnamento che comprendeva anche l’introduzione dell’uso dei tablet in tutte le classi a partire dalla scuola materna, la Svezia ha fatto marcia indietro a seguito della pubblicazioni di alcuni studi del Karolinska Institutet che evidenziano come gli strumenti digitali compromettano, piuttosto che migliorare, l’apprendimento degli studenti.

Le riflessioni di Paole O_Stili, l'associazione che lavora da alcuni anni ad un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole:

Come Parole O_Stili, da sempre attenti all’uso del digitale (e impegnati con il Manifesto della comunicazione non ostile da sempre sul tema della “consapevolezza”) non nascondiamo una preoccupazione… anzi due.
 La prima.
La parola "divieto". 
È una di quelle parole forti e drastiche che ci spingono a chiederci: vietare qualcosa è davvero la soluzione migliore per risolvere un problema? Il dubbio nasce dal fatto che, avendo ignorato a lungo la necessità di una regolamentazione, ora ci ritroviamo con opzioni limitate alle soluzioni più estreme. Se a scuola i ragazzi e le ragazze non potranno usare lo smartphone, continueranno a farlo a casa, mentre fanno sport, mentre sono fuori con gli amici. Lo useranno per giocare, per fare acquisti, per imparare... e per intrattenersi.

La seconda
La parola “opportunità”.
Crescere oggi significa confrontarsi con la tecnologia in modo molto diverso rispetto a dieci anni fa. Significa avere ancora più competenze, cura e attenzione, perché non possiamo pensare che semplicemente togliendo lo smartphone ai ragazzi e alle ragazze diventeranno automaticamente più responsabili o che fenomeni come il cyberbullismo e l'hate speech scompariranno automaticamente.
Diventa quindi un’opportunità cercare di aiutare di più e meglio i ragazzi e le ragazze a vivere nella cultura del digitale senza farsi del male. Ma anche riflettere su come sostenere genitori e docenti in questo percorso di accompagnamento.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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