Quanto sarebbe bello capire cosa Fido vuole dirci davvero con un ‘woof’? Che i nostri cani ‘parlino’ e i nostri gatti modulino efficacemente i loro miagolii per attirare la nostra attenzione non abbiamo dubbi, noi che li possediamo amandoli come facenti parte delle nostre famiglie. Non bastano però le nostre sensazioni a svelare il vero linguaggio animale, ad oggi fondamentalmente un mistero, basterà invece l’Intelligenza artificiale applicata ad apposite App tarate a misura di pet per permetterci di capire cosa vogliono dirci. Il futuro è prossimo, garantiscono i ricercatori di tutto il mondo impegnati a mettere a punto una sorta di ‘pet translator’ che funziona esattamente come Google translator. Qualcosa già esiste grazie ad esperimenti fatti con animali tipo roditori o capodogli. A breve tutte le scoperte e le prove fatte sul campo anche con cani e gatti (ce ne sono a centinaia) potranno essere inglobate in un cervellone artificiale che impara presto restituendoci traduzioni perfette semplicemente avvicinano il telefonino a fido o micio intenti a dirci qualcosa.
A livello primordiale esistono già strumenti progettati per scandagliare estesi dati di suoni e azioni animali per creare quello che la rivista americana Forbes ha appena definito il primo ‘proto-dizionario’ del linguaggio animale. Dei capodogli si studia il linguaggio fatto di impulsi brevi e rumorosi, i ’clic’, che agiscono come una sorta di codice Morse e alcuni ricercatori Al laboratorio di informatica e intelligenza artificiale, del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge , sono stati esaminati con l’intelligenza artificiale 8.719 clic per creare un alfabeto fonetico e dargli un senso. “Abbiamo scoperto che queste vocalizzazioni hanno una capacità informativa significativamente maggiore di quanto potessimo credere, - si legge nello studio. E’ invece dei giorni scorsi la pubblicazione di una indagine fatta sui richiami acustici tra gli uccelli marini dai biologi dell’università di Danzica, in Polonia e sono numerose le indagini usate per capire cosa dicono i passeri. Sui topi sappiamo molto di più: nel 2018 è stato sviluppato DeepSqueak, uno strumento di Intelligenza Artificiale che, con l’uso di algoritmi, accumula capacità di apprendimento automatico per svelare i loro cigolii acuti. Il sistema ha analizzato grandi quantità di dati per identificare degli schemi di conversazione fra i ratti in modo da tentare di capire cosa si stanno dicendo e le intenzioni dietro a ciò che si stanno dicendo. Veniamo però al punto: a che punto siamo con cani e gatti? L’Intelligenza artificiale lavora e ci sono gruppi di esperti, studiosi e amanti dei pets all’opera per raccogliere abbaii e miagolii per darli in pasto a Chat Gpt in modo che ci possa restituire l’agognato vocabolario.
Tra i tanti progetti c’è ‘Zoolingua’. Capitanato da uno studioso, il professore emerito di biologia presso la Northern Arizona University e amministratore delegato di Animal Communications, Ltd, il dottor Con Slobodchikoff. Esperto nella decodifica del linguaggio animale, utilizza tecniche sperimentali e analitiche associate all’IA. Il team è a caccia di segnali canini e cerca volontari che inviino video dei loro cani in azione per documentare e classificare il "linguaggio" ripetuto e diversificato degli amici a quattro zampe. “Ai video saranno applicati strumenti di Intelligenza artificiale per riconoscere e tradurre suoni e comportamenti animali. Unisciti alla rivoluzione Zoolingua: pioniere del futuro della comunicazione interspecie” spiega il team. Non mancano le App già disponibili per la traduzione del linguaggio di cani e gatti ma i giudizi positivi sono rari e spesso sono trappole per spot pubblicitari invasivi. Tra le tante su Google Play è disponibile ‘Human dog translator’ (oltre 5 milioni i download ad oggi) che promette di “comprendere le emozioni del tuo amato cane” ma i commenti di chi l’ha scaricata non sono tanto positivi. Anche per i gatti le App non mancano come Mewtalk, scaricata 5 milioni di volte. Era gratuita, ora è a pagamento e il profilo Premium è senza interruzioni pubblicitarie ma i giudizi positivi sono oggettivamente pochi. Poi c’è Dog Language Translator di Chat Gpt che traduce alcune nostre intenzioni in una serie di abbaii di cani in modo abbastanza ironico. Iscrivendosi al sistema si può provare a dire ‘ti voglio bene’ , oppure ‘è ora di cena’ e infine ‘buongiorno’ a Fido a suon di woof di diversa tonalità. Seppure i commenti di chi ha usato fino ad oggi queste App sia, in linea generale, ancora deludente, la strada per parlare e capire il linguaggio dei nostri pets con l’’aiuto dell’Intelligenza Artificiale è comunque tracciata. Sta a noi insegnare bene al cervello artificiale cosa fare.
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