Un ammontare pari ad almeno 30 milioni di sterline (oltre 35 milioni di euro) per trasformare il tempio della memoria di una leggenda del rock in una lussuosa, ma in fondo banale, magione per ricchi come tante altre nel West End di Londra. E' questo il prezzo base fissato per la vendita di Garden Lodge, dimora londinese nel verde di Kensington in cui trascorse gli ultimi anni di vita Freddie Mercury, frontman e voce indimenticabile dei Queen, messa sul mercato nei giorni scorsi dopo essere stata per decenni una sorta di villa-museo e meta di pellegrinaggio incessante dei fan.
A formalizzare le cifre è stata questa settimana l'agenzia immobiliare Knight Frank, con tanto di comunicato stampa. Come a invitare i potenziali compratori - con portafogli pieno - a farsi avanti. Ma la decisione in effetti era nell'aria da tempo: frutto della volontà di "chiudere le pagine del passato" (e forse di quella non dichiarata di monetizzare sull'eredità di Freddie) rivendicata da Mary Austin, moglie dell'artista dal 1970 al 1976 e poi amica del cuore sino alla sua morte - avvenuta per aids nel 1991 - dopo il coming out gay di lui.
Una decisione preceduta dall'asta record attraverso la quale nei mesi scorsi Austin aveva svuotato quella stessa casa di migliaia di ricordi. Facendo andare all'incanto - sparpagliate - alcune delle più iconiche memorabilia, oggetti musicali e opere d'arte appartenute al musicista: dai quadri della sua eccentrica collezione, al pianoforte Yamaha a mezza coda sui cui tasti compose brani celeberrimi (battuto da solo a 1,4 milioni di sterline); dal testo originale incorniciato di 'Bohemian Rhapsody', capolavoro scritto su un calendario del 1974 d'una compagnia aerea britannica frattanto fallita, ai più rutilanti vestiti di scena sfoggiati nei tour mondiali della band; fino addirittura al portoncino laterale di Garden Lodge, istoriato con i messaggi di ammiratori e orfani della star dagli acuti impareggiabili.
In un contesto che d'altronde non ha mancato di suscitare critiche. E di lasciare amareggiato, primo fra tutti, sir Brian May, il chitarrista-scienziato (è stato anche professore universitario di fisica) che con Mercury fu cofondatore dei Queen, entrambi poco più che ragazzi, nonché coautore d'innumerevoli hit planetarie.
Garden Lodge fu l'abitazione del leader dei Queen per circa 11 anni e contiene fra i propri tesori d'arredamento - frutto in parte della collaborazione di design fra il medesimo artista e l'architetto Robin Moore Ede - un saloncino in stile giapponese, un fastoso soggiorno su due livelli, un bar/biblioteca riccamente decorato e una sala musicale privata. Freddie Mercury, all'anagrafe Farrokh Bulsara, nato a Zanzibar, cresciuto in Inghilterra e naturalizzato britannico, la visitò per la prima volta nel 1980, 34enne e al culmine del successo, innamorandosene seduta stante. Per poi acquistarla nel giro di giorni e rinnovarla a propria immagine lungo tutto il decennio successivo. Un'immagine di cui presto potrebbe non rimanere più nulla, o quasi
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