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A casa di un collezionista, come si diventa scouting del bello

A casa di un collezionista, come si diventa scouting del bello

Massimo Adario "passione pura"

07 ottobre 2024, 17:07

di Alessandra Magliaro

ANSACheck
LA CASA DEL COLLEZIONISTA - Massimo Adario - RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CASA DEL COLLEZIONISTA - Massimo Adario - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si comincia dalle conchiglie e si prosegue con oggetti, sculture, dipinti da acquistare seguendo un unico filo rosso, quello della passione per il bello. E' la filosofia del collezionista Massimo Adario, noto architetto, classe 1970. Entrare nella sua abitazione a Palazzo Sacchetti in Via Giulia con quel mix and match di oggetti unici tra pareti storiche del gioiello rinascimentale di uno dei luoghi storici e più belli della città è assistere ad un dialogo per immagini tra arte e storia. Un palcoscenico simbolo del senso di casa bella, familiare e di gusto scelto come esempio concreto dall'Hotel Eden Roma del gruppo Dorchester per comunicare il legame con l'arte contemporanea. La casa di Via Giulia non è l'unica dell'architetto Adario: ha una dimora anche a Venezia, e una casa vacanza al mare con vista sul Golfo di Napoli e Ischia, il filo conduttore è sempre il dialogo tra epoche diverse per stili, linguaggi e storia. Tutte e tre sono spesso fotografate in prestigiose riviste come esempi di sperimentazioni e suggestioni.
Ecco cosa ha detto l'architetto Massimo Adario nella sua prestigiosa casa nel cuore di Roma intervistato da ANSA LIFESTYLE.

Collezionisti si nasce o si diventa?
Si nasce, io colleziono da bambino le conchiglie. La mia famiglia e' originaria di Sorrento, andavo nella spiaggia con i sassi, ero piccolo, prendevo le conchiglie e ne ho ancora. Ricci e conchiglie. E poi libri. C'è un'attitudine ad avere qualcosa con cui hai un rapporto fisico. Quando siamo andati al museo dell'arte di contemporanea di Bolzano che ha un bellissimo programma, c'era la presentazione della collezione di Enea Righi e Lorenzo Paini, presentandola hanno detto che è una forma di autoritratto. C'è un riflesso di te stesso che l'opera ti restituisce. Non un auto celebrazione però! 

Come si comincia a collezionare?
Tramite la frequentazione di amici collezionisti, e ci siamo resi conto che riguardava anche noi - risponde Adario insieme al suo compagno Dimitri Borri - . La collezione ti pone di fronte all'opera in modo diverso. La devi scegliere. Abbiamo iniziato nel 2008. Poi c'è stata una accelerazione negli ultimi anni. 

Contano più la passione per gli oggetti o il valore economico nella scelta di un pezzo da collezione? 
La passione per gli oggetti. Siamo all'interno di un cerchio dove ci sono quel tipo di gallerie e artisti. Ma la scelta non è mai vista da un punto di vista economico o di mercato. Sempre passione pura. E c'è un grande differenza tra quel che è fatto in modo sincero. 

Essere collezionisti è sinonimo di ricco?
Puoi farlo in tante maniere non occorre essere ricchi. Ci vuole tanta passione e occhio.
 
Quali sono le cose più difficili da collezionare e quelle più facili?
Il tempo ti facilita la lettura di una opera. L'arte antica ora non piace... ad esempio. La lettura o meno delle opere avviene anche con il tempo. La passione fa la differenza tu scegli per sincerità a prescindere. 

Si è collezionisti per un mercato o per tenersi le cose, ci sono scambi, baratti, vendite/acquisti o si prende un pezzo per sempre?
Non abbiamo mai venduto nulla. Teniamo tutto, alcune opere che non c'entrano più nulla le togliamo e le mettiamo in deposito. 

Il vero collezionista è solo di cose antiche?
No assolutamente. Noi siamo trasversali. Abbiamo collezione di opere antiche e di arte contemporanea, ma non è rilevante perché ci interessa l'oggetto. Non vediamo di chi è cosa è ma quello che ci piace.  Dovremo dare più coerenza a quel che compriamo e avere una visione. Un filo conduttore. Sentiamo questa necessità ora. Per noi quindi l'arte è condivisione e relazione. Non è solo l'opera che tu metti ma è una esperienza. Il bene immateriale. Mai una scelta commerciale e economica. Noi condividiamo questa visione.

Pezzi d'arte in hotel, il progetto a Roma

Hotel Eden ospiterà una collezione d’arte che sarà allestita all’interno della suite Dolce Vita, con esposte opere di Antonello Viola, Andrea Mauti, Mario Cresci e nella Libreria al piano terra con opere di Karen Knorr, Giuseppe De Mattia, Marta Mancini: questi spazi assumeranno l’aspetto di una vera e propria casa di un collezionista. Un viaggiatore amante dell’arte e della scena contemporanea, che, tornando in hotel, vuole ritrovare nella propria suite tutto ciò che ama: una selezione di pezzi d’arte contemporanea, oggetti di design, libri d’artista. Il progetto La casa del collezionista, voluto con grande entusiasmo dal direttore Mirko Cattini dell'hotel. è stato avviato insieme a MOD Creative Group il cui fondatore è Mario Valerio Nocenzi che cura il progetto insieme a Corinna Turati esperta d'arte. Le gallerie romane che partecipano sono ADA e MATÈRIA.
Il progetto di arte si ascrive nell’ambito di un più ampio progetto intrapreso da Dorchester Collection con l’obiettivo di consolidare relazioni stabili con tutte le destinazioni.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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