La pizza no, non la farà mai. La pasta "la stiamo studiando. Come si può competere con quella delle mamme italiane?". Napoli che trasformò in Monzù i Monsieur, 'città più francese d'Italia' (come l'ha presentata il Sindaco Gaetano Manfredi), ha dato il suo benvenuto a Alain Ducasse, lo chef più stellato al Mondo. Al nono piano dell'Hotel Romeo per l'evento inaugurale del suo primo ristorante in Italia (ma Roma è alle porte) sono arrivati a festeggiarlo non solo le autorità italiane e l'ambasciatore francese Martin Briens ma sopratutto tanti colleghi ed allievi, da Ernesto Iaccarino a Gennarino Esposito.
Appassionato da sempre del Mediterraneo, il maestro monegasco qui si ispira agli straordinari prodotti del territorio, dal carciofo di Paestum ai limoni di Sorrento e le triglie pescate all'amo, per definire un menù che mescola italianità e esperienza maturata nell’ambito della cucina francese. C'è l'astice ma anche il granchio blu. In realtà un po' di pasta fa capolino: il raviolo di foie grasse e lo spaghetto freddo con caviale. L’executive chef Alessandro Lucassino, che vanta una lunga collaborazione con Ducasse, interpreta in modo personale i prelibati sapori locali: utilizzando cotture brevi, ne conserva i principi nutritivi, esalta i profumi dell’orto e lavora i pesci che popolano le acque della costa mantenendo fede alla filosofia di “cucina naturalité” propria di Ducasse. Che lascia sempre più spazio e offerta anche ai vegetariani. "Proporremo alta cucina francese contemporanea, utilizzando i migliori prodotti locali di Napoli e della regione. In altre parole, non faremo cucina italiana, perché gli italiani la fanno benissimo anche senza di noi , spiega Ducasse. Lucassino, originario della Toscana, è entrato a far parte della Maison Ducasse nel 2013, al Jules Verne, il ristorante sulla Torre Eiffel. È poi passato al Relais Plaza di Parigi e, nell'autunno del 2021, "gli ho affidato la cucina del Salon des Manufactures. Qui dimostra la sua inventiva con abbinamenti di cibo e gelato di altissimo livello. Due anni dopo si è occupato della cucina di Cucina, il mio ristorante italiano a Parigi, quindi è stato naturale che abbia accettato di venire a Napoli". La brigata è composta da una quindicina di persone.
Ma come vede Ducasse la gastronomia italiana oggi? "La vostra scena culinaria è incredibilmente ricca, vivace e diversificata. Infatti, mi sono espresso a favore dell'inserimento della Cucina italiana nella lista del patrimonio immateriale UNESCO. Gli italiani, come i francesi, sono appassionati di cibo, molto competenti e molto esigenti. La gastronomia può essere paragonata alla moda: il segmento di fascia molto alta, l'alta cucina è un laboratorio di idee e una forza trainante per il resto del settore".
" Ancora una volta, come imprenditore, ho deciso di puntare sulla città di Napoli - spiega l'avvocato Alfredo Romeo - di proiettarla sul mercato internazionale con un ruolo da protagonista valorizzando la bellezza, la qualità e i prodotti di questo territorio attraverso la competenza,l’esperienza e la visione di monsieur Ducasse. L'arrivo di un nome così illustre nel panorama gastronomico della città porterà un'attenzione internazionale su Napoli come destinazione culinaria di prim'ordine. La presenza di Alain Ducasse contribuirà a consolidare la reputazione di Napoli come città che celebra la sua ricca tradizione culinaria, offrendo al contempo un'interpretazione moderna e raffinata dei suoi prodotti. Il nuovo ristorante rappresenterà un'opportunità unica per i talentuosi chef e professionisti della ristorazione napoletana di collaborare e imparare da uno dei maestri della cucina internazionale, stimolando l'innovazione e l'evoluzione della scena culinaria locale. La partneship con monsieur Ducasse caratterizzerà l’intera Collection con i ristoranti, la colazione e tante altre idee che stiamo sviluppando insieme".
Le preparazioni iniziano nella cucina a vista per poi proseguire nella sala ricca di opere d’arte: dipinti del ‘600 e le armature da samurai del Periodo Edo, gli scatti fotografici dei Fratelli Alinari, i paesaggi di Mimmo Jodice e le tele di Mark Konstabi, ma anche le virtuose interpretazioni del Vesuvio di Mario Schifano ed Andy Warhol, fino al gigantesco intervento parietale realizzato da Francesco Clemente.La cantina con oltre 16mila bottiglie, selezionate fra 1500 prestigiose etichette internazionali, completa l’offerta. Al decimo piano , di prossima apertura, c'è la nuova piscina a sfioro di 120 metri quadrati con vista vista sul blu del Mediterraneo, sul Vesuvio e su Capri. Situato di fronte al Molo Beverello l’hotel si trova nel palazzo che un tempo ospitava gli uffici della flotta Achille Lauro. Un edificio iconico di Napoli ristrutturato da architetto Premio Pritzker Kenzo Tange. La Spa Sisley Paris di oltre mille metri quadrati è ospitata in quella che un tempo era la Dogana del sale di Napoli.
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