Il decreto che modifica il numero
chiuso alla facoltà di Medicina "credo che sia di non facile
applicabilità, ma lo valuteremo quando avremo i dettagli di come
si interviene sull'accesso alla facoltà". Lo ha detto il rettore
dell'Università di Bologna, Giovanni Molari, nel corso di un
incontro durante il quale ha tracciato il quadro delle attività
svolte e degli obiettivi raggiunti nel suo primo triennio alla
guida dell'Alma Mater.
"Sull'accesso a Medicina ci sono dei principi che vanno
tenuti saldi e il decreto - spiega Molari - mantiene un numero
programmato. I corsi di laurea in Medicina devono formare
studenti, che poi saranno i medici che entrano nel Sistema
sanitario nazionale in numero proporzionale rispetto alle
esigenze a alle capacità ricettive del nostro sistema,
altrimenti poi abbiamo problemi di 20 anni fa che ci ricordiamo
tutti - chiarisce Molari - Abbiamo fatto un grande sforzo
nell'aumentare i numeri, ma ci dobbiamo ricordare che gli
ingressi di oggi saranno i medici in servizio tra 10 anni,
quando ci sarà il calo demografico, i pensionamenti. Quei numeri
ci consentono una didattica di qualità, perché quando ci è stato
chiesto di aumentarli noi lo abbiamo fatto in Romagna, ma non a
Bologna, dove riteniamo di aver raggiunto un numero di studenti
che è quello che possiamo gestire".
Per Molari, in ogni caso, il dialogo con il ministro
dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha
voluto un cambiamento nei criteri di ingresso alla facoltà di
Medicina, "è continuo. Mi confronto con il ministro
quotidianamente su questo e altri temi - conclude - e il
rapporto è ottimo".
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