"Le borse di studio sono state
erogate per sette anni dal ministero dell'Interno in
collaborazione con la Crui e con l'Ente Nazionale per il diritto
allo studio. Quest'anno non è ancora uscito il bando che
normalmente veniva pubblicato prima dell'estate, e che
consentiva a 100 studenti internazionali rifugiati, che avevano
maturato dopo il primo anno di iscrizione tutti i crediti
formativi, di accedere alle successive annualità. Le università
non hanno avuto nessuna comunicazione, sappiamo soltanto che per
ora il ministero non ha pubblicato nulla per accedere alle borse
di studio; quindi, è molto difficile per uno studente rifugiato
che già deve superare questo trauma, avere la chance di
istruirsi e laurearsi". Lo ha detto Fausta Scardigna,
professoressa associata di fisiologia dei processi
interculturali all'Università di Bari "Aldo Moro" e
vicepresidente Ruiap- Rete Università per l'Apprendimento
Permanente durante il convegno "Manifesto dell'Università
Inclusiva" organizzato dall'Università Lumsa in collaborazione
con Unhcr e Ruiap in cui sono stati presentati i risultati del
questionario rivolto a studenti universitari richiedenti e
beneficiari di protezione iscritti in 35 diversi atenei, a cui
hanno risposto in 194.
"Questo rende meno plurale il mondo accademico italiano e
riduce la possibilità per queste persone - ha aggiunto -
d'integrarsi nella nostra società, anche a livelli elevati. Così
perdiamo la possibilità di internazionalizzare le nostre
università attraverso il contributo degli studenti rifugiati che
spesso hanno già lauree pregresse con competenze riconosciute
nel loro paese e che hanno solo bisogno di essere valorizzate in
un'ottica di apprendimento permanente e di vantaggio competitivo
per le nostre università".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA