"A fine luglio si è tenuta la seconda
prova" dei test di Medicina, "che ha fatto seguito a quella di
maggio, e da circa una settimana sono partite le assegnazioni e
lo scorrimento delle graduatorie. Non era scontato. Non era
scontato che in pochissimo tempo riuscissimo a trovare una
soluzione valida in sostituzione dei Tolc. Ce l'abbiamo fatta
anche grazie al sistema universitario che ha risposto molto
bene. Lo abbiamo fatto creando una banca dati aperta e pubblica
proprio per evitare e annullare per sempre quel mercato
parallelo della formazione opaca e nascosta che la banca dati
chiusa aveva generato". Così il ministro dell'Università Anna
Maria Bernini, rispondendo ad una domanda della deputata
Annamaria Patriarca di Forza Italia.
"Non è più così. Fin dall'inizio del mio mandato, il governo ha
avviato un lavoro di riforma per l'accesso programmato a
Medicina. Anche su questo, nulla abbiamo dato per scontato.
Abbiamo individuato il fabbisogno reale delle strutture
sanitarie. E al tempo stesso abbiamo dovuto tenere conto della
capacità del sistema universitario di formare bravi
professionisti, dando fondi per aumentare la disponibilità e i
luoghi della formazione", ha proseguito la titolare del Mur.
"Ma non ci siamo fermati qui, come sapete. Il nostro traguardo è
di assicurare che gli studenti siano valorizzati non sulla base
di test da lancio della monetina, ma sulla base di materie
caratterizzanti.
Ci sarà un periodo di studi comune ai corsi di laurea in
Medicina e chirurgia, in Odontoiatria e in Medicina veterinaria,
nonché agli altri corsi di studio di area biomedica, in cui gli
studenti frequenteranno una serie di discipline qualificanti.
Ciò consentirà loro di poter comunque reinvestire le conoscenze
e le competenze acquisite in un altro percorso formativo
contiguo, senza sprecare tempo e risorse.
Una selezione predittiva in grado di verificare oggi il possesso
delle abilità che serviranno domani. Viene in gioco il diritto
allo studio di quanti intendano investire le proprie energie,
anche grazie al sostegno delle famiglie, in un progetto di vita
così formativo e prospettico.
Non è possibile garantire a tutti un posto di lavoro, ma è
nostro dovere assicurare a tutti coloro che ne siano capaci la
possibilità di ottenerlo. E, nel caso dei futuri medici, abbiamo
il dovere di formarli al massimo delle nostre possibilità.", ha
concluso Bernini.
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