La nonna che ha studiato Lettere
negli anni 50, sul palco assieme al nipote oggi ricercatore. La
laureata esperta di avatar e metaverso accanto al direttore di
banca. Marito e moglie titolari di un'azienda agraria locale che
si sono conosciuti proprio durante gli anni trascorsi nel campus
di Piacenza dell'Università Cattolica. Per guardare al futuro
occorre sempre partire dalla memoria e la rete degli alunni
pugliesi dell'ateneo di Largo Gemelli è piena di storie di chi
ha scommesso di tornare nel Sud dopo la propria esperienza
universitaria a Milano. Una parte di esse è stata raccontata
oggi sul palco del teatro Piccinni di Bari, durante l'incontro
'L'Università Cattolica del Sacro Cuore a servizio dei giovani,
dei professionisti e della società del sud', convegno
organizzato dalla Conferenza Episcopale Pugliese (Cep), assieme
all'ateneo e all'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori,
ente fondatore della Cattolica. Come ha ricordato il sindaco di
Bari Antonio Decaro, "il tema delle nuove generazioni è
sfidante. Le elezioni hanno mostrato come la politica non sappia
parlare ai giovani, che invece sentono il bisogno di sentirsi
coinvolti". Anche per monsignor Donato Negro, presidente Cep, "i
giovani del Sud affrontano difficoltà maggiori rispetto ai
coetanei del resto d'Italia. Cercano opportunità altrove, ma c'è
un desiderio forte di sentirsi soggetti attivi capaci di
produrre valore nel proprio territorio". "L'Università Cattolica
ha il dovere di trovare il modo di consegnare agli studenti che
vengono da noi competenze che poi possono essere impiegate nei
territori di provenienza - ha sottolineato il rettore della
Cattolica, Franco Anelli. Per questo siamo qui a incontrare i
nostri alunni e rinsaldare una rete con gli studenti che sono
tornati nelle comunità di origine".
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