Merito, formazione, partecipazione,
Di questo e di tanto altro si è parlato oggi a Milano nel
convegno nazionale di Dirigentiscuola, organizzato in
collaborazione con l'ente di formazione ATHENA DISCONF e
moderato dal giornalista Paolo Ferrario.
A fare gli onori di casa il presidente nazionale
dell'associazione dei presidi Attilio Fratta:"La nuova
denominazione del Ministero ha scatenato le reazioni della
politica ma è un bene che si torni a discutere di merito. Quando
si parla di merito bisogna parlare anche del corpo docente e dei
dirigenti, non solo degli alunni. Il merito deve essere
accompagnato anche dal benessere del personale scolastico".
Per la sottosegretaria al ministero dell'istruzione e del
merito, Paola Frassinetti, "il merito è stato aggiunto
all'istruzione sollevando grandi polemiche ma è una parola di
cui non aver paura. Bisogna alzare nuovamente l'asticella della
preparazione, partire tutte dalle stesse condizioni e poi i più
meritevoli possono andare avanti. Nella vita il confronto con la
valutazione arriva e bisogna essere preparati a gestirla anche
attraverso la formazione, per quanto riguarda la classe docente
e dirigente. Questa legislatura inizia con le migliori
intenzioni, i fondi del PNRR non devono essere vanificati, sia
nell'edilizia scolastica che negli altri campi di indirizzo".
Per Francesco Nuzzaci, cultore di diritto scolastico: "La
questione merito è incandescente. Noi conosciamo il significato
di merito come lotta per emergere con conseguente abbandono di
chi non ce la fa. Vediamo se è possibile costruire una
narrazione alternativa attraverso la Costituzione: l'art.34, la
scuola è aperta a tutti. Il merito è l'altra faccia della
selettività. I gradi più alti degli studi sono accessibili solo
a chi si dimostra capace e meritevole. Tutti però devono essere
messi in grado di accedere all'istruzione. Come la scuola può
essere utile e inclusiva e garantire le eccellenze facendo in
modo che le eccellenze non coincidano con le classi più elevate?
La scuola deve essere in grado di realizzare l'uguaglianza
sostanziale, rimuovendo i divari dato che è espressione della
Repubblica".
"La scuola - secondo Alessandro Mariani, professore ordinario
di pedagogia generale e sociale dell'Università di Firenze - ha
bisogno di un'attenta analisi e non di slogan. Il sapere
pedagogico coglie le varie sfumature. Merito è ottenere,
guadagnare attraverso un'attiva partecipazione del soggetto in
un contesto scolastico. Il vero merito utile oggi è quello della
cultura generale e quello della vocazione. Ci vogliono curricula
personalizzati che consentano di utilizzare le capacità di
ciascuno, incontri di studio, prove personalizzate, in un
percorso che faccia però crescere la comunità e non solo
l'individuo. Merito inteso democraticamente rivelando interessi,
capacità, vocazioni in una cultura che può anche orientare
grazie a un rapporto educativo dialogico".
Vittorio Lodolo D'Oria, esperto in malattie professionali
del personale scolastico, nel suo intervento ha spiegato che la
professione degli insegnanti è molto usurante. C'è - si è
chiesto - una differenza di genere sulla suscettibilità
depressiva? Sì, la donna è 2,5 volte più suscettibile a causa
del lavoro, l'insegnamento Ci sono delle malattie professionali
tra gli insegnanti che vanno riconosciute. La prevenzione
migliore è informare il corpo docente su quelle che sono le
patologie a rischio".
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