I dirigenti scolastici saranno in
piazza dalle 10 alle 13 di martedì 14 marzo, davanti al
ministero dell'Istruzione e del Merito, per protestare contro i
vincoli che impediscono la mobilità da regione a regione. In
questo modo, i dirigenti assunti in una regione diversa da
quella in cui risiedono - spiegano i sindacati - si vedono
negata la possibilità di tornarvi, anche se ci sono posti
disponibili da coprire.
"Una situazione che crea un disagio assai difficilmente
sostenibile per le persone e le loro famiglie - spiegano Roberta
Fanfarillo, Paola Serafin, Rosa Cirillo e Giovanni De Rosa,
responsabili dei dirigenti scolastici aderenti a Flc Cgil, Cisl
Scuola, Uil Scuola Rua e Snals Confsal - e che nasce
dall'applicazione di disposizioni nate in un contesto molto
diverso da quello attuale. I limiti alla mobilità
interregionale, infatti, erano stati introdotti dal contratto
quando i concorsi si effettuavano su base regionale. Oggi che i
concorsi sono nazionali, la norma va rivista e adeguata alla
nuova situazione. Ciò è reso impossibile - aggiungono i
rappresentanti dei sindacati promotori della manifestazione -
dal mancato avvio del negoziato per il rinnovo del contratto,
che impedisce fra l'altro di intervenire su una questione per la
quale intendiamo sollecitare il Ministro ad assumere con urgenza
un'iniziativa in sede legislativa".
Con un recente provvedimento, il limite alla mobilità
interregionale è stato portato per il triennio 2022-2025 al 60%
dei posti vacanti e disponibili in ciascuna regione, "ma si
tratta di una percentuale insufficiente: sono infatti quasi
1.200 i dirigenti scolastici che con le operazioni di mobilità
interregionale per l'anno scolastico 2023/2024 chiederanno di
rientrare nella regione di residenza". È dunque necessario,
affermano i sindacati, che si intervenga "per eliminare
immediatamente ogni vincolo alla mobilità interregionale". La
manifestazione si terrà in piazza Bernardino da Feltre, nelle
immediate adiacenze del ministero. In una lettera inviata a
Valditara, i sindacati hanno chiesto di essere ricevuti al
ministero con una delegazione dei manifestanti nella stessa
mattinata del 14 marzo.
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