"Sono 36 anni che l'Upter,
l'Università popolare di Roma, opera con un obiettivo chiaro:
permettere a chi lo desidera, per sensibilità e piacere
personale, accrescere la propria conoscenza e contribuire ad un
innalzamento culturale generale, di recuperare conoscenze
perdute o mai avute, convinti che solo in questo modo si può
migliorare la qualità della vita personale e collettiva". Inizia
con queste parole una lettera aperta del presidente dell'Upter,
Francesco Florenzano, a soci e simpatizzanti.
"La Pandemia Covid-19 ci ha spossati, affaticati, impoveriti.
Il numero dei nostri soci si è drasticamente ridotto, così anche
le nostre entrate economiche, si sono ridotte le sedi, il numero
dei collaboratori e dei volontari. Insomma, un decremento
generale a cui però si contrappone un incremento
dell'individualismo: molti pensano che fare da sé sia
sufficiente, rinunciando così a partecipare ad incontri e a
corsi.
Quest'anno dobbiamo rilanciare le nostre attività e riportare
nei quartieri della città una esperienza e una competenza che ha
caratterizzato la città negli anni passati. Lo vogliamo fare
lanciando un nuovo progetto denominato Università di Quartiere.
In pratica, vogliamo riaprire alcune sedi, in concorso con i
cittadini e con altre esperienze esistenti, in modo da permette
a chi non può o non vuole allontanarsi da casa, di partecipare
attivamente al progetto.
Questo progetto ha bisogno di essere finanziato. Gli Enti
pubblici (Stato, Regione, Comune) si sono tristemente ritirati
da tempo, essi non finanziano quasi nulla e quando lo fanno,
inseriscono clausole burocratiche scoraggianti e a volte
penalizzanti". Di qui la richiesta di aiuto a chi volesse
contribuire al lancio del progetto.
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