Non decolla la figura del docente
tutor, voluta dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe
Valditara per combattere le dispersione e migliorare
l'orientamento scolastico: lo slittamento della data di scadenza
per le candidature e l'invio del nominativi da parte dei
presidi, prorogata al 31 maggio, non è bastato a superare le
diffidenze dei docenti, la stragrande maggioranza dei quali
continua a sostenere che questa figura è distante dai loro
compiti.
Un sondaggio della rivista La Tecnica della Scuola - al quale
hanno partecipato oltre 1.500 lettori, il 95% dei quali
insegnanti - ha rivelato che la maggior parte non ha presentato
la candidatura per questa figura innovativa perché "non è chiaro
il ruolo che il docente andrà ad assumere". Oltre il 45% ha
dichiarato che "questo ruolo non fa parte della funzione del
docente e non è previsto dal contratto"; un insegnante su tre ha
motivato la sua indisponibilità a fare il docente tutor perché
tale "funzione dovrebbe essere svolta da professionisti esterni,
come gli assistenti sociali".
A queste motivazioni sul diniego, se ne aggiungono altre che
i singoli docenti hanno riportato di loro pugno: "La funzione,
così come pensata, è del tutto inutile e inefficace e creerà
enormi conflitti all'interno dei Consigli di classe, oltre a ciò
la storia del 'capolavoro dello studente' è una buffonata; dal
punto di vista della remunerazione l'operazione è una vera e
propria truffa ai danni dei docenti; il vero dramma non è che
non si trovino volontari per fare i tutor, bensì che c'è chi si
è reso disponibile; ancora una volta la classe docente italiana
dimostra tutta la sua inadeguatezza".
Un insegnante scrive: "Il docente dovrebbe occuparsi solo di
insegnare in modo altamente professionale, con un aggiornamento
disciplinare continuo. Non è un missionario al quale si può
chiedere di saper fare qualsiasi cosa".
E ancora: "È un'attività aggiuntiva e non si sa quanto
durerà; sarebbe necessario prevedere figure specialiste
intermedie che svolgano ruoli come questo per scelta e con
competenze all'interno del proprio orario di lavoro. Ci sarebbe
un risparmio e la scuola avrebbe finalmente una struttura
organizzativa".
Ma l'attacco è anche alla remunerazione (ritenuta troppo esigua)
del compito aggiuntivo.
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