"Scioperiamo oggi perché il governo
Meloni non ha saputo dare risposte alle esigenze dei lavoratori
della scuola. Con un'inflazione del 18 %, ci propongono poco più
del 5%. Gli stipendi dei nostri colleghi europei sono di gran
lunga superiori ai nostri". Lo ha detto il segretario generale
della Flc Cgil Campania, Ottavio De Luca, intervenendo al
presidio promosso dall'organizzazione di categoria della Scuola,
Università e Ricerca in occasione dello sciopero che ha
interessato i lavoratori del settore. Un sit-in all'Ufficio
Scolastico Regionale che si è concluso con un incontro tra una
delegazione sindacale e il direttore generale, Ettore Acerra.
"Il precariato - ha aggiunto De Luca - è molto presente
all'interno del settore della scuola, dell'Università e della
ricerca. Siamo stati bacchettati dall'Europa ma non si pensa a
come stabilizzare i precari. Il governo Meloni ha risposto con
tagli agli organici e un taglio del turn-over. Chiediamo risorse
ulteriori, soprattutto per valorizzare l'istruzione in un
territorio dove c'è bisogno di investire molto nella scuola.
Servono fondi per strutture, docenti, personale Ata. Con
l'autonomia differenziata aumenterà ancora il divario tra Nord e
Sud, con importanti ricadute sul mondo della scuola nel
Mezzogiorno".
"Il settore della conoscenza, insieme alla sanità - secondo il
segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci -
è uno di quelli che dovrebbero essere il motore di questo Paese,
continua a subire tagli costanti. Serve una grande alleanza
democratica in questo Paese per affrontare i temi del salario,
delle pensioni e dei contratti perché le riforme e la legge
Finanziaria che questo Governo vogliono mettere in campo
ipotecherà per sette anni il futuro delle lavoratrici, dei
lavoratori, dei pensionati e delle pensionate e soprattutto dei
giovani. Se non ci mobilitiamo ora, ci ritroveremo con riforme
strutturali che saranno lacrime e sangue e il potere d'acquisto
e gli aumenti contrattuali non saranno diritti acquisiti ma da
riconquistare e questo lo si fa con la battaglia e con la
mobilitazione che ci porterà allo sciopero generale del 29
novembre".
"Invece di essere un Paese che investe nella conoscenza e nel
futuro - ha detto Angela Dragone della Flc Cgil nazionale -
abbiamo una manovra finanziaria che in 22 righe tagli ancora su
scuola, università e ricerca, che già aveva subito un taglio
fortissimo questa estate. Si continua a tagliare sul turn over e
nonostante il ministro dica che sono cose limitate nel tempo, si
dice "a partire da". Quindi se si comincia a tagliare sugli
organici del personale docente e Ata, con scuole che sono in
fortissima sofferenza e a rischio apertura, con un taglio di
oltre 2mila unità di personale, questa non è altro che un'azione
di distruzione della scuola. Appena sono uscite le bozze della
legge Finanziaria era più che giusto mobilitarsi e scioperare
subito". Al presidio sono intervenuti anche esponenti
dell'Associazione Dottorandi e Dottori di ricerca in Italia, Udu
e Uds.
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