"Con un apposito emendamento, si
prevede che per l'anno scolastico 2024-25, l'amministrazione
periferica del ministero dell'Istruzione possa avvalersi di un
contingente di 242 unità di collaboratori scolastici e di 721
assistenti amministrativi e tecnici, da accantonare
provvisoriamente, in misura corrispondente e senza sostituzione,
nell'organico del personale amministrativo, tecnico e
ausiliario. Si tolgono così alle scuole 973 unità di personale
Ata, senza oltretutto la possibilità di essere sostituiti". Così
in una nota il segretario generale della Uil Scuola Rua,
Giuseppe D'Aprile, commentando il decreto Sport e Scuola.
"Come se non bastasse - aggiunge - è previsto che qualora il
periodo di collocamento in posizione di comando ecceda, senza
soluzione di continuità, il quinquennio, con conseguente perdita
della sede di titolarità, al termine del periodo di assegnazione
il personale rientra in servizio presso una delle istituzioni
scolastiche della regione, con priorità di scelta secondo le
modalità definite in sede di contrattazione collettiva nazionale
integrativa in materia di mobilità".
Per D'Aprile si tratta di "un intervento peggiorativo che va ad
alimentare la situazione di precarietà e di difficoltà che
vivono le scuole: migliaia di plessi con la presenza di un solo
collaboratore scolastico, adempimenti di segreteria, sempre più
articolati e complessi che, in tanti casi, vanno ben oltre gli
obblighi stabiliti nel Contratto di Lavoro, assistenti tecnici
del primo ciclo senza un profilo, che ne specifichi i compiti,
che prestano servizio in più istituti.
Invece di intervenire con un piano straordinario di immissioni
in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili e l'ampliamento
dell'organico, allo scopo di rendere stabile anche l'attuale
organico aggiuntivo, si tolgono risorse alla scuola".
"Un consueto copione che ormai si ripropone da tempo che
evidenzia le solite scelte ragionieristiche attraverso le quali
si pensa di fare cassa. Una politica attenta deve saper
riconoscere la situazione attuale e agire di conseguenza per
garantire il corretto funzionamento delle scuole e il benessere
di tutta la comunità educante. La scuola non può più essere
utilizzata per il contenimento della spesa", conclude D'Aprile.
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