"Apprendiamo dalla discussione che
si sta svolgendo in queste ore alla Camera per la conversione in
legge del decreto Scuola, che il governo non desiste dal suo
insano progetto di aumentare il numero dei componenti del
Consiglio superiore della pubblica istruzione da 36 a 45,
lasciando inalterata la componente elettiva a 18 membri e
aumentando quella ministeriale da 18 a 27 componenti.L'intento è
chiaro: far tacere il Consiglio sui provvedimenti oggetto di
relazioni sindacali come graduatorie, supplenze, bandi concorso,
valutazione, riducendo drasticamente il numero delle materie
soggette al parere obbligatorio del Cspi. Da una parte si
depotenzia il Consiglio diminuendone la composizione delle
rappresentanze della scuola e dall'altra se ne riduce la
competenza e l'incidenza". Ad affermarlo è la Flc Cgil.
"Non intravediamo, tra l'altro, quale sia il carattere
d'urgenza per mettere mano, tramite un decreto legge, alla
composizione e alle competenze di un organo collegiale le cui
votazioni per il rinnovo si sono concluse solo due mesi fa.
Questa operazione si configura come un vero e proprio insulto
alla scuola e a tutto il personale scolastico che, con una
partecipazione ben più alta (il 50%) di quella a cui siamo
solitamente abituati in altre consultazioni, ha dimostrato di
avere un grande senso di responsabilità professionale e sociale.
Il relatore del provvedimento ha proposto l'accantonamento di
questi emendamenti noi, invece, ne chiediamo con forza lo
stralcio. Questi colpi di mano non fanno il bene di nessuno: lo
stesso ministro, con questa operazione, si priva
dell'autorevolezza dei pareri di un organismo equilibrato nella
composizione e coerente nelle funzioni", conclude il sindacato.
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