Con l'arrivo dell'Intelligenza
Artificiale "sono certamente presenti dei rischi, ma anche delle
opportunità, che richiedono una visione comune e una
collaborazione tra i vari soggetti istituzionali e sociali". A
dirlo è stata Elvira Serafini, segretario generale Snals, al
seminario sull'Innovazione tecnologica, in corso oggi a Roma.
"Le nostre istituzioni - ha ragionato Serafini - hanno in comune
un doveroso sguardo verso il futuro, perché non solo la loro
missione è quella dell'istruzione, dell'educazione, della
formazione delle giovani generazioni, ma anche quella di
concorrere a creare le condizioni di equità e di progresso per
tutti i cittadini. Tutti questi processi presentano implicazioni
su diversi versanti. Su quello della definizione della funzione
e organizzazione delle istituzioni, sul loro modo di
relazionarsi con altri enti e con il territorio, con il loro
essere destinatarie di innovazione e, nello stesso tempo, agenti
di diffusione e promozione di trasformazione. È, dunque,
inevitabile conseguenza, che questi cambiamenti riguardano anche
tutti i profili professionali che lo Snals-Confsal rappresenta,
in primo luogo quelli della scuola, le loro condizioni
lavorative, le loro funzioni e i loro compiti, di crescente
complessità, anche in relazione alle caratteristiche delle
giovani generazioni, delle loro modalità di acquisire
informazioni, conoscenze e competenze e dei loro comportamenti
sociali. Dovrebbe essere un obiettivo condiviso la ridefinizione
del ruolo degli insegnanti. L'accesso alla conoscenza oggi è
radicalmente cambiato: gli studenti non apprendono più i
contenuti solo con la mediazione dell'insegnante o del libro di
testo, ma li apprendono e li approfondiscono in rete. La
tecnologia investe anche i rapporti scuola-famiglie, con i
colloqui a distanza con i docenti, con le iscrizioni degli
alunni on-line, con i rapporti da remoto con le segreterie, che
comportano anche risvolti critici, in termini di comunicazione,
disuguaglianze sociali e di accesso ai dispositivi elettronici.
Alla scuola e agli insegnanti non è chiesto un semplice
adattamento, ma un ripensamento complessivo del loro ruolo e
della stessa concezione della didattica, in cui, con ancora più
forza, si afferma la dimensione della ricerca,
dell'interpretazione, dell'analisi critica, della rielaborazione
e selezione delle informazioni, del pensiero riflessivo, del
senso della nostra convivenza sociale", ha concluso Serafini.
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