Ci vorrebbe un tribunale morale
"pienamente rappresentativo di tutti i pezzi di mondo dove
abitano gli umani". La proposta, che viene da una lunga analisi
politica sulle disuguaglianze e sui conflitti di ieri e di oggi,
è stata lanciata da Luciana Castellina a cui l'università di
Palermo ha conferito il dottorato di ricerca honoris causa in
Diritti umani. E proprio ai "diritti dell'umanità nella
tempesta" è intestata la "lectio magistralis" che Luciana
Castellina ha tenuto nella sala magna del complesso monumentale
dello Steri.
In vari passaggi dell'intervento del rettore Massimo Midiri e
della "laudatio" del professore Aldo Schiavello coordinatore del
dottorato di ricerca in "Diritti umani. Evoluzione, tutela e
limiti", è stato richiamato il lungo percorso politico di
Castellina nella sinistra, nel giornalismo (è stata tra le
fondatrici del Manifesto) e nella scelta di "tenere insieme la
libertà con l'uguaglianza".
L'idea di un tribunale morale, ha spiegato Castellina, nasce
dalla constatazione che gli organismi internazionali, come
l'Onu, non sono stati in grado di "far rispettare le norme
stabilite che continuano a essere interpretate e applicate dai
vincitori, sempre immuni da condanne". Per questo non hanno
prodotto vere condanne i tanti conflitti che l'Occidente, gli
Stati Uniti, l'Unione Sovietica, la Russia, Israele hanno
scatenato negli ultimi decenni. Rispetto alle "tempeste" e alle
crisi che investono il sistema mondiale non bastano "misure
minori" ma occorre un "mutamento radicale del nostro modo di
produrre, di consumare, di vivere insieme". Sarebbe necessario
anche creare un nuovo organismo dotato di autorità morale (ci
sono già stati vari esempi) e "farlo agire affinché, anche se le
sue decisioni non hanno validità legale, aiutino a rendere
popolare il verdetto di organismi non governativi".
Invece di limitarsi a parlare di "crimini di guerra", ha
sottolineato ancora Luciana Castellina rivendicando le sue
posizioni pacifiste, bisognerebbe "ripetere che è la guerra a
essere un crimine in sé, una modalità di soluzione dei conflitti
internazionali che appare ormai, o dovrebbe apparire, solo un
retaggio medioevale: l'uso delle armi". Non basta neppure
condannare, come è giusto, le guerre. A giudizio di Castellina
si dovrebbero valutare i "processi che le hanno fatte scoppiare
e dunque per agire per impedire che esse si ripetano".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA