Riscatto sociale, integrazione,
dignità, formazione e apprendimento di un mestiere per trovare
lavoro una volta scontata la pena detentiva. L'istituto
alberghiero A. Vespucci di Roma e Coop-Unicoop Tirreno sono i
promotori di laboratori di cucina che coinvolgono 30 donne e
uomini, detenuti nella Casa circondariale femminile e la casa di
reclusione maschile dell'Istituto penitenziario di Rebibbia, a
Roma.
Il progetto è stato presentato in una conferenza stampa
tenutasi oggi a Roma nella biblioteca di Roma Capitale
"Vaccheria Nardi", alla presenza di Stefano Anastasia, garante
delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà
personale della Regione Lazio, Maria Donata Iannantuono,
direttrice Casa di Reclusione Rebibbia Roma, Alessandro Reale,
referente Istituto Alberghiero A. Vespucci, Fabio Brai,
responsabile d'area soci Unicoop Tirreno, Massimiliano Umberti,
presidente Municipio Roma IV. All'incontro hanno preso parte
anche gli studenti e i docenti dell'Istituto alberghiero "A.
Vespucci".
Al momento è prevista la partecipazione ai corsi di cucina di
circa trenta persone, che al termine del percorso, e a seguito
di un esame, conseguiranno il relativo diploma utile per il
reinserimento lavorativo. I docenti proverranno dall'Istituto
Alberghiero, mentre Unicoop Tirreno fornirà i prodotti
alimentari necessari allo svolgimento dei laboratori: frutta e
verdura, pasta, farina, carne, pesce, uova, e tutto il
necessario per mettersi ai fornelli e imparare la preparazione
di sughi, pane, pasta, ricette tipiche, dolci, confetture.
L'iniziativa è sostenuta dal Garante delle persone sottoposte
a misure restrittive della libertà personale della Regione
Lazio, dall'Istituto penitenziario di Rebibbia e dal IV
Municipio di Roma Capitale.
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