La Basilica di San
Pietro si prepara al Giubileo con l'avvio di due nuovi progetti
di promozione sociale, rivolti a persone rifugiate e carcerate:
i "Rosari del mare", in collaborazione con la Fondazione Casa
dello Spirito e delle Arti, e un programma di reinserimento
lavorativo di detenuti, in collaborazione con l'Associazione
Seconda Chance. I progetti sono stati presentati oggi in
vaticano dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica
di San Pietro e presidente della Fabbrica di San Pietro.
Il progetto "Rosari del mare" impiega persone rifugiate nella
produzione di rosari destinati all'acquisto da parte dei
pellegrini che giungono nella Basilica di San Pietro. Il
materiale utilizzato per i rosari è il legno delle imbarcazioni
dei migranti che hanno attraversato il Mediterraneo per
raggiungere le coste italiane in cerca di salvezza. I rosari
vengono completati e assemblati presso la Fabbrica di San Pietro
da due persone rifugiate, assunte dalla Cooperativa sociale Casa
dello Spirito e delle Arti, il cui presidente e fondatore è
Arnoldo Mosca Mondadori, e vengono consegnati ai negozi della
Basilica di San Pietro. Le fasi precedenti del lavoro si
svolgono in alcuni istituti penitenziari di Milano, Monza e
Roma. A Milano Opera, due persone smontano le barche e preparano
il legno per le diverse parti che comporranno il rosario. Le
croci vengono realizzate presso la Casa Circondariale di Monza e
il Carcere di Rebibbia. Una piccola parte del lavoro viene
inoltre svolta da persone senza fissa dimora presso l'Opera
Cardinal Ferrari di Milano. Il primo rosario prodotto è stato
donato al Papa. Il ricavato della vendita dei rosari sostiene le
persone rifugiate e detenute.
Il progetto "Seconda Chance" promuove il reinserimento dei
detenuti nella società tramite l'attività lavorativa. Grazie
alla collaborazione con l'Associazione Seconda Chance, un
detenuto di Rebibbia Nuovo Complesso è già impiegato da alcuni
mesi come elettricista nelle ordinarie attività di manutenzione
della Basilica, coordinate dalla Fabbrica di San Pietro. Dopo
recenti colloqui nelle carceri romane di Rebibbia e di Regina
Coeli, altre figure sono in corso di selezione. Sempre in
collaborazione con l'associazione Seconda Chance, la Fabbrica di
san Pietro ha inoltre aderito al progetto Mammagialla Sailin',
in corso presso il Carcere Mammagialla di Viterbo, dove è
allestita una sartoria di alto livello, nella quale i detenuti
sarti utilizzano vele in disuso e tessuti nuovi per produrre
borsoni personalizzati per circoli sportivi, enti pubblici e
aziende. La Fabbrica di San Pietro ha infatti richiesto ai
detenuti sarti di Viterbo borsoni da proporre ai visitatori nei
punti vendita della Basilica.
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