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In evidenza
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"Non riusciamo a capire lo stupore
provocato dagli accordi che stiamo siglando per ottenere un
percorso di accompagnamento alla pensione dei lavoratori con il
principio della volontarietà. Il vero problema, invece, dovrebbe
essere rivolto nei confronti del governo Meloni, il quale ha
deciso in modo inopportuno di non rinnovare per il 2024 il
contratto di espansione che avrebbe potuto permettere il
ricambio tra le vecchie generazioni e le nuove, poiché prevedeva
l'obbligo per l'azienda di fare un'assunzione incentivata ogni
tre uscite. Troppo facile guardare il dito che indica la luna e
dimenticare che il vero problema è la luna e non il dito". Lo
afferma Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal.
"Stiamo chiedendo da mesi - aggiunge - che si superino i limiti
sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali e che si tolga per le
pmi dell'indotto il costo che ogni azienda deve pagare al mese
per la cassa integrazione. Sono mesi che chiediamo senza
ricevere risposta da parte di un ministro che è più impegnato a
ricercare improbabili secondi produttori per il nostro Paese.
Diciamo, infine, al ministro Urso che il secondo produttore non
risolverebbe nemmeno uno dei problemi che abbiamo, perché non
sfornerebbe una macchina prima del 2028, che se cinese non si
servirebbe di un grammo di indotto italiano e che, se fosse un
produttore di utilitaria, rischierebbe soltanto di
cannibalizzare una parte di quel mercato oggi coperto in maniera
egregia dalla Panda e dalla 500. A Stellantis chiediamo di
confermare, negli incontri di settore previsti per la prossima
settimana, la produzione a Mirafiori di tutto il ciclo delle 500
e di fornire i tempi per l'avvio delle Maserati; chiediamo anche
che per Pomigliano venga confermato che alla produzione della
Panda fino al 2027 si sussegua un nuovo modello che consenta la
piena occupazione e richiederemo che per la Gigafactory di
Termoli si dia una certezza occupazionale ai lavoratori oggi
impiegati a produrre motori da parte di Acc".
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