Il concetto di
multidisciplinarietà è uno dei pilastri della buona sanità. Lo è
ancora di più in un presidio sanitario collocato in un quartiere
tra i più complessi della città di Napoli, presidio dove lo
scorso anno sono stati 1.700 i parti, con solo il 35% di tagli
cesarei (19% per il primo figlio). Sono i concetti alla base
della terza edizione del congresso sulla terapia intensiva
neonatale dell'ospedale evangelico Betania (presieduto da
Marcello Napolitano, direttore del dipartimento materno
infantile, e da Francesco Tarsitano, responsabile del reparto di
ostetricia e ginecologia). Il congresso, che si svolge a
Pozzuoli e proseguirà fino a domani, celebra di fatto i
trent'anni di attività della terapia intensiva neonatale
dell'ospedale di Ponticelli.
Presenti per l'occasione anche Lucio Giordano e Francesco
Messina, ex direttori e fondatori del reparto. Rivolto a
neonatologi, ginecologi, ostetriche, infermieri, specializzandi,
l'iniziativa si propone di affrontare tutti gli aspetti relativi
al tema del feto e del neonato a rischio: dalla prevenzione alla
diagnosi prenatale, con particolare attenzione al management e
al counseling prenatale.
Un nutrito gruppo di esperti interviene nelle due giornate,
approfondendo argomenti di rilevanza internazionale. Ad aprire
il fitto programma di lavori il direttore generale dell'ospedale
Betania Vincenzo Bottino ed i presidenti degli organismi
scientifici che patrocinano l'evento.
"Durante il convegno - afferma Marcello Napolitano - vengono
affrontati diversi temi riguardanti sia la disciplina ostetrica,
sia la neonatologia, spaziando dal travaglio pretermine alle
prime ore di vita dei neonati, fino alla presentazione delle
linee guida sulla gravidanza fisiologica. Discussi anche
argomenti relativi alla comunicazione in terapia intensiva e
alla triade madre-padre-neonato in situazioni problematiche che
richiedono il ricovero in reparto di terapia intensiva".
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