Perché la Sanità, nonostante gli
allarmi periodici sulla tenuta dei conti pubblici e il complesso
delle prestazioni offerte, tende a restare ai margini della
discussione elettorale? Come mai è così difficile informare in
modo coerente e rigoroso sui temi scientifici, nonostante la
lezione del Covid. Quali conseguenze ha sul governo della Salute
la discussione su dati parziali, sulle mezze verità di una parte
o dell'altra. Come affrontare le sfide della specificità
scientifiche ad alto tasso di competenze necessarie per la
comunicazione e della economia sanitaria, dell'innovazione
medica e tecnologica in rapida ascesa? Come mettere a fuoco
insomma questi temi nell'esclusivo interesse dei cittadini
italiani in un sistema costituzionalmente orientato alla Sanità
pubblica, improntata alla equità e universalità ma sempre più,
nei fatti, configurato come un sistema misto pubblico-privato
visti i 40 miliardi di euro spesi di tasca da una fetta di
popolazione italiana per accedere alle cure di cui hanno
bisogno?
Sono questi i temi al centro di un tavolo di confronto che è
aperto stamattina a Napoli in via Toledo 177 presso la sede
della Fondazione Muto.
Intervengono Roberto Muto (presidente della Fondazione), Teresa
Armato, assessore al Turismo e alle Attività Produttive del
Comune di Napoli, Ludovico Docimo, presidente della Scuola di
Medicina e Chirurgia dell'Università della Campania Luigi
Vanvitelli, Sabino De Placido, senologo presidente del Comitato
etico dell'Università Federico II - AORN Cardarelli). La
discussione è stata aperta da una relazione di Vincenzo Trione
preside della Facoltà di Arti e Turismo dell'Università IULM di
Milano e critico del Corriere della sera incentrata sul ritorno
del colore tra cura, arte e sanità in cui si è puntato
sull'impianto multidisciplinare su cui è imperniato il tema
della comunicazione in Sanità. Un dibattito animato da storici
delle dottrine politiche (Alberto Mingardi, Università IULM),
biologi (Roberto De Fez, CNR), storici della medicina (Gilberto
Corbellini, Università di Roma La Sapienza) e giornalisti
(Eliana Liotta, Corriere della sera). A coordinare i lavori
Margherita De Bac (Corriere della sera) e Monica Ramaioli
(Fondazione Veronesi). L'evento si è concluso con una tavola
rotonda a cui sono stati invitati alcuni importanti
interlocutori istituzionali, clinici e direttori generali di
aziende ospedaliere.
"Con questo convegno - spiega Roberto Muto presidente della
Fondazione - intendiamo aprire anche a Napoli un dibattito e una
discussione che si auspica quanto più larga possibile che da
tempo è di primaria importanza soprattutto in ambito
internazionale. Il Covid ci ha aperto gli occhi sull'importanza
di una corretta e capillare informazione scientifica. Si è
parlato di sindemica e purtroppo molto spesso la comunicazione
sulla sanità è lasciata al protagonismo di alcuni grandi
professionisti ma privi di infrastruttura adeguate sul piano
culturale e principi condivisivi. Non solo in vista di possibili
emergenze future ma proprio come forma di "educazione
scientifica" complementare alla necessaria educazione civica, è
a nostro avviso importante cambiare questo stato di cose e
ragionare su come diffondere non prescrizioni o idee specifiche
la conoscenza del metodo
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